martedì 30 luglio 2013

Modello -S--

E questo è il corrispondente modello per i Sistematici, ove il Temperamento è associato allo Stile di Vita.


Modello -N--

Per chi preferisce vedere uno schema per la classificazione delle "tipologie" descritte nell'ultimo post, questo modello è adatto alle personalità Intuitive. Ai due ambiti possibili relativi all'Indirizzo "Decisione", sono associati due "Temperamenti".


venerdì 26 luglio 2013

L’innamoramento improvviso




Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all’improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata”. (Fëdor Michajlovič Dostoevskij)


Noi tutti conosciamo l’innamoramento improvviso. La vedi per la prima volta e ti accorgi subito che ha “qualcosa” di diverso dalle altre. Non comprendi razionalmente cos’ha, forse come porta i capelli, forse il colore degli occhi, forse come ha abbinato i colori dei vestiti o la bellezza delle sue gambe, ma sei ipersicuro che lei completerebbe alla perfezione il tuo mosaico di emotività. E per qualche istante, intorno a te, è come se tutto fosse fermo; non senti più i suoni, non percepisci i movimenti, ti si blocca il respiro e nemmeno te ne accorgi. Non è facile da spiegare perché è il nostro emisfero destro del cervello che è entrato in funzione ed ha preso la supremazia nei confronti di quello razionale.

Siamo perdutamente innamorati.



Anni fa, per tutt’altra ragione, ho dovuto mio malgrado studiare quanto presente in letteratura per cercare di riconoscere la personalità di un individuo. Tra le tante teorie che ho trovato, una particolarmente interessante indicava in solo sedici “tipologie” i possibili profili di personalità di tutto il genere umano.

Per essere più precisi, all’interno di ciascuna delle sedici tipologie le persone sono ovviamente molto diverse tra di loro, sia per eredità cromosomica sia per il livello di affettività ricevuta da bambini e le esperienze di vita vissuta. Ma hanno molto in comune.
Chiameremo per semplicità questi tratti “indirizzi” perché sono un po’ come una strisciolina di carta che parte dal colore nero e, tramite progressivi toni di grigio, arriva al bianco. Questi indirizzi sono solo quattro:
     - Stimolo [Estroversione o Introversione];
     - Percezione [Sistematici o Intuitivi];
     - Decisione [Pensiero o Sentimento];
     - Stile di vita [Controllati o Spontanei].

Come la strisciolina, ognuno di noi in nessun indirizzo ricoprirà una posizione completamente sul nero o completamente sul bianco; a seconda delle situazioni saremo per lo più nella posizione di grigio intermedia, a volte però con delle significative preferenze. Queste preferenze determineranno se la nostra Percezione, ad esempio, è quella caratteristica dei Sistematici o degli Intuitivi.

Quindi, per ognuno dei quattro indirizzi ci sono due possibili preferenze. In totale, le combinazioni possibili sono quindi sedici, e queste combinazioni le chiameremo “tipologie”.

Illustrare il Test che permette di identificare a quale tipologia ciascuno di noi appartiene va oltre lo scopo di questo scritto. Nel web questo Test è indicato con l’acronimo MBTI. Non mi esprimo nemmeno sulla validità. Non sono Psicologo e la somministrazione di un Test nel nostro paese è devoluta solo ad alcune professionalità, ma posso parlare di una particolarità, si è scoperto che esiste una correlazione tra le tipologie. In altre parole, una donna Estroversa (Stimolo), Intuitiva (Percezione), che prende le proprie decisioni prevalentemente per principio e che ha uno Stile di vita Spontaneo, se proverà il colpo di fulmine lo farà con un uomo Introverso (Stimolo), Intuitivo (Percezione), che prende le proprie decisioni prevalentemente per principio e che ha uno Stile di vita Controllato.

Volendo utilizzare una codifica a quattro lettere si ha il seguente sintetico schema.

Stimolo – la prima lettera (E oppure I) indica la preferenza per Estroversione o Introversione, e deriva dalla natura di ciò che ci spinge ad agire. Gli Introversi (I) sono stimolati dal mondo interiore delle riflessioni, del pensiero, della scoperta, dell'invenzione. Gli Estroversi (E) sono stimolati dall’interazione con gli altri.

Percezione - la seconda lettera (S oppure N) indica la preferenza tra personalità Sistematiche o Intuitive, e descrive come raccogliamo ed elaboriamo le informazioni. Le persone Sistematiche (S) si basano sui cinque sensi. Gli Intuitivi (N) percepiscono la realtà appunto attraverso l’intuito.

Decisione - la terza lettera (T oppure F) indica la preferenza nelle nostre decisioni quotidiane, piccole o grandi che siano. Chi agisce prevalentemente secondo il proprio Pensiero non si fa scrupoli; i thinkers (T) decidono sulla base di una logica di convenienza. Chi agisce secondo Sentimento si domanda cosa è giusto fare per se e per la comunità; i feelers (F) seguono il cuore piuttosto che la ragione e decidono sulla base dei loro valori personali.

Stile di vita - la quarta lettera (J oppure P) indica le preferenze comportamentali nello stile di vita. Le persone con uno Stile di vita Controllato portano avanti una cosa alla volta; i judging (J) cercano di ordinare e controllare il loro mondo. Le persone con uno Stile di vita Spontaneo non si curano molto dell’impressione che possono dare agli altri; i perceiving (P) lavorano su più cose contemporaneamente.

Ritornando all’esempio iniziale, una donna Estroversa (E), Intuitiva (N), che prende le proprie decisioni prevalentemente per principio (F) e che ha uno Stile di vita Spontaneo (P), avrà “ENFP” come codifica della sua tipologia. Una donna con un profilo di personalità ENFP è più facilmente attratta da un profilo di personalità che ha una intuizione introversa dominante. Così potrà avere quell’innamoramento improvviso con un uomo INFJ, ovvero Introverso (I), Intuitivo (N), che prende le proprie decisioni prevalentemente per principio (F) e che ha uno Stile di vita Controllato (J).

Osservando la codifica a quattro lettere, nell’innamoramento improvviso tra due individui, le lettere esterne devono essere opposte (E..P che diventano I..J), mentre le lettere interne devono rimanere uguali (.NF. che rimangono .NF.). Di fatto è come dire che gli opposti si attraggono, ma solo in parte, perché altre caratteristiche per piacersi è bene che siano comuni.

venerdì 12 luglio 2013

Leader settario




La tipica struttura che una personalità manipolatrice costruisce intorno a sé, è una struttura di tipo settario. 

Una struttura settaria è una struttura relazionale ove una persona induce intenzionalmente altri a divenire dipendenti, sottomessi, incapaci di volontà propria per quanto riguarda la maggioranza delle decisioni importanti della loro esistenza. Il leader, nell'ambito della relazione settaria, inculca nei suoi seguaci la convinzione di essere in possesso di una qualche capacità, potere o competenza speciale, che finisce per generare timore reverenziale se non terrore.

Nella quasi totalità dei casi, al vertice della struttura settaria c’è una sola persona, un falsificatore capace di modificare la percezione della realtà nei suoi sostenitori. Nell'organizzazione settaria il leader risulta ampiamente capace di condizionare le menti, sovente con la paura più profonda ed irrazionale. Il leader raccoglie informazioni e controlla continuamente l’attenuarsi dell’indipendenza del pensiero dei suoi inconsapevoli sostenitori. Per quanto possa sembrare impossibile, sottopone i suoi seguaci ad un condizionamento emotivo, ad un lavaggio del cervello che li lega a sé stabilmente, senza possibilità di soluzione.

E’ possibile classificare razionalmente queste caratteristiche. Il leader settario è oltremodo persuasivo, afferma di avere una missione suprema da portare a termine, di avere una speciale conoscenza dell’evoluzione umana che lo pone al di sopra della comunità, oppure una importante ed estesa rete di relazioni in grado di sostenerlo nelle sue iniziative anche illegali. A volte l’argomento usato è l’aver riscoperto antichi modi per raggiungere la pace interiore. 

Talvolta ai membri della comunità viene fatto credere che il leader conosce la via che li condurrà verso nuovi e più elevati livelli di consapevolezza e potere personale; altre volte loro saranno i primi a venire in contatto con entità extraterrestri che purificheranno le loro menti e li guideranno in mondi fantastici.

Il leader tende ad essere determinato ed autoritario, viene sovente descritto come carismatico, grande oratore dotato di un fascino superficiale, un politico puro. Questo soggetto arriva, a poco a poco, a convincere i devoti a lasciare la famiglia, il lavoro, gli amici, con la motivazione che è loro interesse seguirlo con maggior intensità e trasporto. Nella maggioranza dei casi, in modo palese o subdolo, alla fine prende il controllo delle proprietà degli adepti, dei loro beni e del loro denaro. Accentra su di sé una vera e propria adorazione.

In una realtà sociale complessa come la nostra, come possiamo riconoscere un leader naturale e non manipolatore da uno settario? Il leader settario mantiene costantemente su di sé attenzione, amore, devozione e fedeltà. E’ quindi possibile utilizzare questa peculiarità per analizzare e discernere le due figure, perché i ministri religiosi oppure i presidenti di movimenti sinceramente democratici, al contrario, mantengono la venerazione dei fedeli sul padre supremo, sui valori comuni del gruppo, del movimento.

giovedì 4 luglio 2013

Lo schema dei manipolatori



Prendiamo un ambiente di lavoro di fantasia, una grande multinazionale che produce veicoli stradali e da cantiere. Immaginiamo che nella filiale di Poggibonsi (Siena), ci sia l’ufficio europeo per la fornitura dei pezzi di ricambio composto da un dirigente, Mario, e dieci persone. Ipotizziamo che a capo della identica struttura americana di San Bernardino (California) ci sia il dirigente, Nathan, con i suoi bravi dieci collaboratori.


Mario ha sempre pensato esclusivamente alla propria carriera. Non gli interessa in realtà il bene dell’organizzazione per cui lavora, vuole solo arrivare in una posizione di comando, vuole raggiungere un elevato livello di prestigio sociale lasciandosi alle spalle gli amici, i compagni di scuola. Lui misura se stesso dal denaro che guadagna, dai titoli di studio e professionali conseguiti, dal fatturato dell’ufficio di cui è il responsabile. Non parla mai dei propri sogni, non ha un hobby, non gli interessa l’arte, il teatro, non legge libri, lavorerebbe anche il sabato e la domenica. Crea una continuità tra il suo ruolo di responsabile di una struttura e la sua vita privata, al punto che il suo telefonino squilla alle ore più impensabili e lui risponde volentieri.

Mario comprende che l’ufficio ha necessità di radicali riforme per funzionare al meglio, c’è la necessità di utilizzare nuove tecnologie informatiche per accelerare i tempi di acquisizione degli ordini e quelli di consegna, ma questo comporterebbe un periodo di transizione con possibili ricadute negative sul lavoro per lui inaccettabili, anche se per un tempo relativamente breve. Gli evidenti benefici che si avrebbero dimostrano che la flessione temporanea della produttività verrebbe ampiamente ripagata nel giro di quindici mesi, ma Mario non vuole sentire ragioni. I suoi collaboratori lo temono e non osano contraddirlo.

Nathan ha sempre pensato a svolgere bene il suo lavoro. Ha iniziato da operaio e, rapidamente, ha dimostrato al capo reparto che era persona affidabile, qualunque fosse stato il compito a lui affidato. Nathan è arrivato a gestire l’ufficio per la fornitura dei pezzi di ricambio senza creare una rete di amicizie e compiacenze in grado di favorirlo al momento giusto. Lui non è in competizione con nessuno, trae soddisfazione dal modo creativo ed efficiente di gestire quella struttura. I suoi collaboratori corrono da lui quando hanno un problema perché sanno che accetta anche i loro errori. Vuole farli crescere professionalmente perché l’azienda ha necessità di persone capaci per mantenere la quota di mercato.

Nathan ha molti altri interessi oltre la sua professione. Arriva al venerdì sera che è esausto e si prende il fine settimana per rigenerare le energie nervose. Lavora per vivere, non vive per lavorare. Si sta preparando ad una radicale trasformazione del lavoro ed è pronto ad accettare una flessione dei risultati pur di introdurre una nuova procedura e migliorare l’efficacia dell’attività svolta.

Sia Mario che Nathan ricevono una comunicazione dalla direzione aziendale, devono nominare un coordinatore scegliendolo tra i collaboratori.

Mario si preoccupa immediatamente di non valorizzare nella sua struttura una persona capace, perché un giorno potrebbe prendere il suo posto. Tra i suoi collaboratori c’è un soggetto che, nel tempo, ha conquistato la sua fiducia andandogli a raccontare i fatti privati dei restanti componenti dell’ufficio. Mario non se ne rende conto ma, lentamente, è stato diviso dai suoi coadiutori anziani e poi isolato. Questo suo interlocutore privilegiato non avrebbe le capacità per emergere, non è propriamente una persona di iniziativa, un talento, anzi è un narcisista estremo. Ma Mario pensa che, proprio per questo, se lo valorizzerà gli sarà riconoscente. D’altro canto chi lavora per un ideale, per soddisfazione personale, continuerà a lavorare anche se non verrà valorizzato, mentre penalizzare un narcisista significa farselo nemico. Un nemico pronto a vendicarsi alla prima occasione. Così Mario sceglie il più ambizioso dei componenti l’ufficio.

Nathan no, sceglie il più bravo.