giovedì 8 gennaio 2015

Alcune statistiche sugli infortuni e le malattie professionali



Di seguito le slide riepilogative di alcune statistiche sugli infortuni e le malattie professionali in ambito Unione Europea. 

Per le forze politiche più attente alla comunità sociale, è evidente che si tratta di numeri particolarmente significativi.







martedì 6 gennaio 2015

Come in uno specchio



Fa male sentirsi rifiutati e rigettati dalla gente /
Per tutto o per niente, 
ma in fondo il perché non è importante /
Ci si sente feriti o usati e poi gettati via /
Ci si sente traditi, come bambini abbandonati.

Ho bisogno di un rifugio, di un rifugio da me stesso /
Si soprattutto da me stesso e ne ho bisogno proprio adesso /
Da una donna o da un amico, dalla mamma o dal marito /
Da un amore che é finito male, da un figlio che non vuole più tornare.

Lo so ti senti solo /
A volte così solo /
Anch'io mi sento solo /
Solo come te.

Per uno sbaglio nel tuo passato, un piccolo errore da niente /
Che quasi ti era uscito di mente, ora ti senti condannato /
E vorresti essere forte, o magari vorresti essere morto /
Perché così fa troppo, troppo male. No così non può continuare.

Hai bisogno di un rifugio, di un rifugio da te stesso /
Ma guardati come sei messo, ti sta crollando il mondo addosso /
E ti senti così perso, come un cucciolo sull'autostrada /
E sei così spaventato che oramai c’hai quasi rinunciato.

Lo so ti senti solo /
A volte così solo /
Anch'io mi son sentito /
Solo come te.

E' che a volte ci raccontiamo storie e ci gonfiamo delle nostre parole /
Per poi ritrovarci prigionieri delle bugie che dicevamo ieri /
Ci allontaniamo dalla gente per paura di essere sinceri /
Per non mostrar le nostre debolezze, nemmeno agli amici più veri.

Se ti senti troppo vecchio, 
troppo vecchio stanco e consumato /
Guarda a me come in uno specchio, anch'io lo sono stato /
Solo tu puoi farcela ma, credimi, non puoi farcela da solo /
Anche tu hai bisogno degli altri e forse gli altri han bisogno di te.

E non sarai più solo /
Ormai non sei più solo /
Ma se ti senti solo /
Vieni da me.


Eugenio Finardi
(Finardi – Cosma – Finardi - 1993)

Howea Forsteriana




La Howea Forsteriana (Kenzia) è una bellissima palma a crescita molto lenta, ed è una pianta da appartamento.

La mia Kenzia, dopo pochi giorni che è arrivata in casa, ha iniziato a mostrare una qualche sofferenza: un ciuffo di foglie in basso, probabilmente le più vecchie, iniziano a perdere il colore verde tipico di questa pianta e si “devitalizzano” progressivamente senza che vi sia una ragione evidente.

E’ un essere vivente, va salvato. Ma cos’ha?

Nella vita tutto si fa con solo tre cose: Informazione, Tempo e Potere. Se è vero, allora questo principio deve essere applicabile anche alla mia Howea Forsteriana.

La prima iniziativa che intraprendo è quella di pulire le foglie, perché c’è incrostato un discreto strato di quella che a me sembra polvere di terra. Probabilmente nel vivaio le coltivano così, ma pulire le foglie significa non solo abbellire l’aspetto della pianta, ma anche permettere un maggiore prelievo di Anidride carbonica dall’ambiente. 

Quando la luce solare colpisce le foglie, la clorofilla trasforma l’Anidride carbonica e l’Acqua in sostanze nutritive per la pianta. Il processo non è molto complesso, ma a me interessa capire perché la mia palma sta soffrendo. Quindi provvedo a pulire le superfici, inferiore e superiore, delle foglie con una miscela di latte ed Acqua demineralizzata (1 parte di latte per 5 parti di Acqua). Dopo questa operazione decido di nebulizzare Acqua demineralizzata sulle foglie tutti i giorni per due settimane, perché temo che il latte che si è depositato possa impedire al tessuto vegetale di cedere l’Ossigeno ed il vapore d’Acqua.

Le foglie diventano tutte estremamente lucide ma, pochi giorni dopo, un secondo gruppo di foglie si ingiallisce progressivamente. E’ evidente che non ho superato la prima iniziativa, non ho raccolto abbastanza informazioni per capire cos’ha. Quindi telefono alle persone che potrebbero averne una in casa e cerco sistematicamente, tramite Google, informazioni nel web. Su una foglia riesco a riconoscere quella che viene comunemente chiamata “ruggine” ma è, in realtà, un fungo: la Graphiola. Eliminata la parte di foglia colpita, resta da capire perché le altre, che non hanno nessun fungo o parassita, si stanno seccando.

Sempre tramite il web scopro che le piante, in generale, hanno due tipi di comportamento con i nutrienti presenti nel terreno: in un caso la pianta è in grado di spostare la sostanza da una struttura o tessuto ad un altro; nell’altro il minerale non può essere invece trasferito. Quindi, la palma, se soffre la carenza di Azoto, Zinco, Magnesio, Fosforo o Potassio, i quantitativi che riesce a prelevare vengono deviati sulle foglie più giovani, e le vecchie subiscono un processo di devitalizzazione chiamato clorosi, ovvero le foglie non producono più la quantità di clorofilla necessaria ed ingialliscono. Nel caso la sostanza nutritiva appartenga all’insieme che non può essere trasferito, allora saranno le foglie che stanno nascendo e quelle più giovani ad ingiallire.

La mia Kenzia rientra, evidentemente, nel primo caso. Questo spiega perché solo alcune foglie perdono progressivamente vita senza che vi siano parassiti o funghi, senza essere esposta a correnti d’aria, senza una temperatura fuori limiti e senza luce diretta.

Altro accorgimento riguarda la consistenza del substrato. Il terriccio, composto da una miscela appositamente realizzata per le piante verdi d'appartamento, deve avere la parte superiore particolarmente soffice, per permettere la permeabilità all'ossigeno. Inoltre è preferibile utilizzare, per l'irrigazione, l'acqua demineralizzata non sterile, possibilmente alla temperatura ambiente.

Ora che ho sia il tempo sia il potere di intervenire, l’informazione è stata sufficiente a risolvere buona parte del problema.

Speriamo.

giovedì 1 gennaio 2015

Eroismo quotidiano che non fa notizia




Stiamo vivendo un periodo storico estremamente difficile. La crisi finanziaria globale che si è manifestata drammaticamente nel 2008 ha, in realtà, avuto una serie di cause germinate negli anni 1980 ÷ 1990. Si tratta di modifiche di leggi che regolamentavano in modo preciso l’attività delle banche di investimento americane. Il teatro delle operazioni di banche ed assicurazioni è rapidamente mutato di conseguenza e, con un complesso di iniziative particolarmente difficile da descrivere, una grande quantità di denaro è finita nei conti di relativamente poche persone. 

Un metodo per descrivere questo sconvolgimento sociale in modo unitario viene indicato nella Teoria degli Psicopatici Aziendali (Corporate Psychopaths Theory). L’elemento significativo di questa teoria indica la progressiva ascesa, nei ruoli chiave di grandi organizzazioni, di manager narcisisti estremi (psicopatici) che hanno caratteristiche comuni ed indipendenti dalla cultura o dalla nazione di appartenenza. Figure che, per la biochimica e le connessioni della loro massa celebrale, sono spinti solo dal desiderio di potere, di denaro, di successo e riconoscimento sociale, senza avere la minima preoccupazione delle conseguenze del loro agire. Dei veri predatori, abili a nascondere il loro vero obiettivo ed a mantenersi in una condizione di impunibilità.

Coloro che, in questi anni, sono stati costretti a lasciare il loro ruolo professionale perché scomodi, coloro che hanno avuto un demansionamento o sono stati licenziati perché non hanno piegato la schiena, coloro che hanno combattuto chi voleva imporre la legge del più forte anche nei luoghi di lavoro, sono persone che meritano un plauso. Sono coloro che hanno cercato di contrastare la generale degenerazione, che hanno cercato di creare ricchezza per la propria organizzazione, per il proprio Paese, per la propria comunità sociale. Che hanno cercato di organizzare un futuro migliore per le nuove generazioni. 

Di queste persone non leggerete nulla sui media, non esistono per coloro che dovrebbero fare informazione. Ma sono le persone migliori. Sono le persone che, contro tutto e contro tutti, in questi anni si sono dedicate a contrastare la degradazione sociale, combattendo una vera guerra nascosta.