lunedì 21 marzo 2016

Questo è il mio Regno



Organizzazione governativa che controlla l’estrazione dell’energia geotermica in un Paese del Nord Europa. 

Eyleifur è un Geologo con compiti ispettivi con trenta anni di esperienza. E’ un ottimo comunicatore. Persona intelligente e riservata. Non ama mettersi in mostra, anzi preferisce rimanere dietro le quinte fin quando non è proprio necessario intervenire.

Il suo compito è vigilare sulle operazioni di estrazione, controllando che le indicazioni generali sulle aree sfruttabili, sulle tecnologie utilizzabili, sui parametri di progetto delle installazioni e sulle misure di sicurezza vengano rispettate. Le sue mansioni sono state decise direttamente da provvedimenti del legislatore nazionale; misura necessaria per evitare che possa essere condizionato da figure portatrici di altri interessi.

Hugberg è Capo Sezione nella stessa organizzazione governativa e diretto superiore di Eyleifur. Persona più orientato ad un ruolo politico che tecnico. Ambizioso ed autoritario, riunisce su di se una quantità eccessiva di impegni per sentirsi sempre al centro dell’attenzione.

La vicenda inizia nel 2001 quando, una grande Compagnia estera, viene incaricata di realizzare alcuni impianti per la logistica dei trasporti della piccola cittadella mineraria che si è creata a seguito dell’avvio del progetto di sfruttamento. Tra i vari impianti da realizzare c’è un enorme serbatoio interrato che verrà poi utilizzato per l’immagazzinamento dell’acqua. Si tratta di scavare con metodi tradizionali fino a quaranta metri di profondità. La sezione in pianta del serbatoio non è molto grande, infatti misura ventotto per cinquantadue metri; è la profondità quella che preoccupa, perché è necessario portare un Escavatore con un motore a ciclo diesel da 115 kW ad oltre quaranta metri di profondità. Si tratta certamente di una condizione pericolosa per l’operatore.

Eyleifur costringe la Compagnia a realizzare un progetto per la sicurezza degli scavi. Lui stesso fornisce indicazioni tecniche particolarmente utili per il dimensionamento dell’impianto di ventilazione che dovrà fornire ossigeno all’escavatorista ed al motore diesel, nonché spingere verso l’alto i fumi e le particelle incombuste. Poiché è la prima volta che vengono realizzate misure di sicurezza così elaborate, Eyleifur realizza una relazione di come si è arrivati ai parametri di progetto e dei risultati delle misure strumentali di ventilazione naturale ed artificiale. Un bell’esempio di collaborazione tra la Compagnia privata e l’Ente governativo supervisore.

Ovviamente Eyleifur è orgoglioso dei risultati ottenuti. Ama il suo lavoro ed esprime la sua creatività ogni volta che si presenta l’occasione.

A fine Novembre i lavori vengono fermati per le condizioni climatiche proibitive. 

Quando, ad inizio Aprile la Compagnia decide di riprendere gli scavi, interviene Otur, collega di Eyleifur ma con ben diversa preparazione. Otur convince la Compagnia a sottoporre il progetto originale al dirigente Hugberg in qualità di Capo Sezione dell’Ente. La procedura consolidata nella prima parte degli scavi prevedeva delle misure di sicurezza non particolarmente onerose ma, con l’aumentare della profondità, la sicurezza richiede in certo impegno economico. Questa opportunità viene colta dalla Compagnia per cercare di avere meno incombenze da realizzare rispetto a quanto pianificato l’anno prima.

E’ così che Hugberg avverte il Geologo Eyleifur, con un certo tono autoritario, che sarà solo lui a partecipare a quell’incontro. 

Di fronte a tanta determinazione Eyleifur non interviene. Anche perché non immagina che la Compagnia intenda rimettere in discussione una procedura lavorativa già stabilita nella sua interezza. Invece, sia il Capo Sezione Hugberg, sia Otur, ridefiniscono la questione della sicurezza in tutt’altro modo, con addirittura un aggravio dei costi e maggiore incertezza sulle possibilità tecniche di realizzazione.

A questo punto, i funzionari della Compagnia, vanno a cercare Eyleifur per lamentarsi di quanto recentemente è stato richiesto loro, e per la possibile realizzazione di un’attività lavorativa con modalità non perfettamente rientranti nelle ferree leggi locali. Ovviamente Eyleifur non la prende bene, rimproverando loro per aver cercato di raggirare le sue disposizioni tecniche che non avevano nulla di penalizzante. Eyleifur viene però aggredito verbalmente dal Capo Sezione Hugberg che, in un momento ove aveva perso i freni inibitori, afferma le sue vere intenzioni: “La struttura è stata affidata a me, e sono io che prenderò i meriti dell’attività per valorizzarmi”.

In altre parole, non ha importanza la sicurezza dei lavori, quello che conta è che Eyleifur non deve emergere perché, l’Ente governativo per Hugberg ed Otur, è solo un trampolino di lancio, una organizzazione da sfruttare per acquisire prestigio professionale, potere, denaro. E non deve accadere che qualcun altro possa ottenere dei risultati e visibilità, perché questo finirebbe per sminuire il loro ambito prestigio, finirebbe per fargli ombra.


Precisazione


I riferimenti a Leggi, Sentenze o altri provvedimenti che possano creare un sicuro riferimento, citati nei Post, sono riferiti alla data in cui il Post è stato pubblicato. Per chi volesse utilizzarli, è necessario controllare che siano ancora attuali e non siano stati sostituiti da provvedimenti o giurisprudenza più recente.

domenica 6 marzo 2016

Il Meteorite



Saranno state le nove di sera. Tornavo a casa con la mia ragazza. All’epoca avevo una Golf II GTD bianca con tettuccio apribile. La migliore autovettura al mondo, per me. Tanto che, il giorno che sono stato costretto a rottamarla, dopo 16 anni, l’ho portata prima all’autolavaggio. Era bellissima. Nemmeno un punto di ruggine e 450.000 km percorsi.

La superstrada, a quell’altezza, fa un’ampia curva a sinistra di circa novanta gradi, poi c’è uno svincolo con sottopasso. In quel punto si può decidere se andare verso Cesena oppure verso Roma. In pratica quel tratto di superstrada finisce ed è necessario rallentare molto.

Appena finita la curva, tolgo il piede dall’acceleratore e lascio che la macchina rallenti fino ai 50 km/h, poi c’è il sottopasso, altra curva a sinistra e poi subito a destra, e ci si immette nel tratto a quattro corsie per Roma.

In quel preciso istante abbiamo visto una roccia enorme in cielo che viaggiava da Sud verso Nord, praticamente in orizzontale. La roccia era scura, irregolare, grande come una casa, con qualche riflesso metallico. Ruotava lentamente su se stessa. Si lasciava dietro delle fiamme color verde intenso. Non era una palla di fuoco. Era una massa che, probabilmente, perdeva frammenti di ferro che si incendiavano e producevano le lingue luminose verdi. Ma viaggiava in orizzontale. 

Appena l’ho visto ho esclamato alla mia ragazza: “Guarda! Un meteorite”. La risposta fu: “See, un meteorite, figurati”. Le fidanzate sono fatte così. Non può essere solo perché lo hai detto tu.

L’avvistamento è durato almeno quindici – diciotto secondi. Andava relativamente piano ed eravamo in una valle. 

Il giorno dopo ho cercato sui giornali, ma non c’era traccia di un impatto. Nessuno ha scritto nulla in proposito nemmeno nelle settimane seguenti.