martedì 28 febbraio 2017

Theodore Roosevelt



"La miglior ricompensa che la vita possa offrire ad un uomo, è l'opportunità di dedicarsi con impegno ad un lavoro che meriti davvero di essere svolto". 


Questa frase è generalmente attribuita a Theodore Roosevelt

lunedì 27 febbraio 2017

Agenti provocatori




Nella Violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, lo psicopatico utilizza ad arte gli agenti provocatori. Non è una regola ma, nella stragrande maggioranza dei casi, è così.

Gli agenti provocatori sono soggetti impiegati da una figura che preferisce non agire direttamente; operano per procurare un qualche vantaggio tattico al mandante, spingendo la vittima a reagire violentemente oppure a commettere un errore. Più in generale il loro tipico scopo è quello di provocare discredito a scapito della vittima, sovente spingendola in modo subdolo a danneggiarsi da sola.

Poiché non possiamo sapere quali sono le reali intenzioni di chi abbiamo di fronte, se sospettiamo che sia un agente provocatore comportiamoci di conseguenza. 

L’imperativo è: non reagire!

Non solo non ti concedo il vantaggio tattico di farmi vedere che discuto con una moltitudine di persone, che sbatto le porte, che lancio gli oggetti in aria, mentre tu psicopatico sei ammirato e benvoluto qualunque cosa fai; ma ti dimostro anche la mia forza d’animo. Perché io e te sappiamo che sono, o potrebbero essere, agenti provocatori, ma io farò fallire il tuo piano e tu non potrai farci nulla.

L’assedio di Troia non è finito grazie alla forza di Aiace, oppure grazie alla bravura di Achille nell’uso delle armi, oppure ancora alla determinazione di Agamennone; l’assedio di Troia si è concluso grazie all’astuzia di Ulisse.

Adriano


"Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia, ed è ancora per molti tormento. Tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo".



Questa frase è generalmente attribuita ad Adriano Olivetti, Imprenditore.


domenica 26 febbraio 2017

Corretto Regime Alimentare – III




Ultimi utili approfondimenti sempre in tema di Corretto Regime Alimentare.

Ora che abbiamo le basi per comprendere come migliorare la nostra alimentazione, sta ad ognuno di noi adeguare informazioni necessariamente generiche alla propria realtà. Ci sono però alcune piccole avvertenze che voglio aggiungere per avere un quadro ancora più completo.

Io sono convinto che la dieta mediterranea costituita da pane, verdura, cereali, legumi, pesce, frutta, pasta, vino, olio d’oliva, formaggi … sia perfettamente adeguata alle nostre esigenze, anzi sono convinto che sia un nostro patrimonio culturale da valorizzare. Per cui non è necessario eliminare alcun alimento. E’ necessario adeguarne la quantità alle nostre reali esigenze che, in linea di principio, è un’altra cosa.

Il Corretto Regime Alimentare non deve prevedere un’alimentazione di oltre 900 kcal inferiore al reale consumo di chilocalorie. In altre parole, se faccio il boscaiolo e lavoro all’aperto a -15 °C, otto ore al giorno, con un consumo stimato di 4.200 kcal, il limite di apporto di chilocalorie non potrà essere inferiore a 3.300 kcal. 

Se vado a fare una passeggiata in montagna e cammino per 11 km, consumo le stesse chilocalorie che se lo stesso percorso lo avessi fatto di corsa; la differenza è solo nel tempo che impiego.

Le bilance non misurano solo la massa corporea, ma anche la pressione atmosferica del momento in cui ci saliamo sopra. Se vedete risultati contraddittori quando siete sicuri di aver rispettato i limiti, considerate che con la bassa pressione atmosferica la bilancia tende a darci una massa un po’ maggiore del vero, con l’alta pressione atmosferica avremo una massa un po’ minore del vero. Non c’è da fare drammi.

Poniamo che la normale attività quotidiana di una persona che ha una massa di 20 kg maggiore di quella sua ideale, lo porti a bruciare 2.850 kcal. La stessa identica normale attività quotidiana della stessa persona ma ora con una massa di soli 5 kg maggiore di quella sua ideale, non lo porterà più a bruciare 2.850 kcal ma molto meno. Quindi, se segue un’alimentazione da 2.100 kcal costante, non otterrà risultati con la stessa rapidità di quando era all’inizio del nuovo Regime Alimentare, perché probabilmente la differenza di 750 kcal giornaliere iniziali, di quando era venti chilogrammi sopra, ora è scesa a circa 100 kcal - 150 kcal.

Ci si deve attendere di perdere una massa grassa non maggiore di 3,5 kg ogni trenta giorni. Se il dimagrimento è maggiore c’è qualcosa da rivedere.

Quando assumiamo meno chilocalorie di quante ne bruciamo ogni giorno, il nostro organismo reagisce e ci comunica una improvvisa indolenza nel fare attività fisica. Per cui fate attenzione a non cadere nella trappola psicologica.

Gli Integratori alimentari sono utili. Basta sceglierli con criterio e non superare le dosi indicate. Ogni tre mesi al massimo, facciamo almeno venti giorni di pausa; per prudenza.

Se siamo ingrassati perché dormiamo poco, perché siamo sottoposti a stress in ambito lavorativo, perché abbiamo un’esistenza complicata, anche se riuscissimo a rientrare nel peso forma, molto probabilmente non riusciremmo poi a mantenerlo. E’ legato alla nostra psiche. Le stesse condizioni che ci hanno fatto ingrassare continueranno ad agire. La soluzione è rimuovere o mitigare queste condizioni stressanti, portare delle novità positive nella nostra esistenza. 

Nel frattempo compriamo il più bel paio di jeans che avremmo mai voluto indossare.

E’ una promessa a noi stessi.

sabato 25 febbraio 2017

Corretto Regime Alimentare – II





Alcuni utili approfondimenti sempre in tema di Corretto Regime Alimentare.

Ripartiamo dal concetto che dobbiamo comunque mangiare almeno 1.500 kcal al giorno. Come suddividerle nei pasti della giornata? 

Io ho adottato questa ripartizione: 25% – 30% a Colazione (ore 06:00); 35% - 40% a Pranzo (ore 12:00); 5% Spuntino nel Pomeriggio (ore 16:00); 25% - 35% a Cena (ore 20:00). Ovviamente se il nostro obiettivo sono le 1.500 kcal al giorno, mangiare per 1.670 kcal non cambia molto. Non è necessario essere estremamente precisi. Non va bene però compensare con 1.330 kcal il giorno dopo. Altra buona regola empirica è quella di non lasciare passare oltre 4 ore senza assumere circa 75 kcal, perché l’organismo si accorge che state facendo i furbetti e scatena una fame esagerata proprio per impedirvi di portare a termine i vostri piani.

Ma le chilocalorie sono tutte uguali? No. Quindi questa ripartizione non basta. Affrontiamo il tema dei macronutrienti.

I macronutrienti si suddividono in tre Gruppi: Proteine, Carboidrati e Grassi. In un Regime Alimentare bilanciato, il loro apporto energetico rispetto alle chilocalorie totali è opportuno che sia ripartito secondo queste proporzioni: Proteine 15%, Carboidrati 55% - 60%, Grassi 25% - 30%. 

Per essere più chiari, immaginiamo per ipotesi che 100 grammi di Proteine apporti lo stesso valore di chilocalorie di un identico quantitativo di Carboidrati o Grassi, allora il conto non dovrebbe essere complicato. Il 15% di 1.500 kcal vale 225 kcal, quindi, ogni giorno, dovremmo assumere un quantitativo di alimenti in grado di apportare Proteine almeno per 225 chilocalorie. Sapendo che le Proteine, tipicamente, apportano 4 kcal per ogni grammo, ne consegue che 56,25 g di alimento puramente proteico potrebbero bastare per questo fabbisogno.

Magari fosse così semplice. 

Nella realtà Proteine e Carboidrati apportano 4 kcal per ogni grammo, mentre i Grassi apportano 9 kcal per ogni grammo. Inoltre ogni alimento contribuisce a soddisfare le nostre esigenze con proporzioni diverse. Alcuni alimenti, pur essendo ricchi di Proteine, contribuiscono anche a fornire Grassi; altri, pur essendo ricchi di Grassi, contribuiscono anche a fornire Carboidrati. Per cui è essenziale, selezionare durante gli acquisti, in prevalenza i prodotti che ci possono fornire informazioni complete sui valori nutrizionali. 

Facciamo un esempio concreto.

I Valori Nutrizionali di 100 g di Petto di Pollo cotto valgono mediamente: Proteine 32,0 g; Carboidrati 0,0 g; Grassi 3,57 g; per un totale di 160 kcal. Quindi, se nel mio Regime Alimentare quotidiano da 1.500 kcal sono previsti 56,25 g di Proteine e, in 100 g di Petto di Pollo cotto ce ne sono 32,0 g, potrò mangiare ben 176 g di Pollo. Se il mio Regime Alimentare quotidiano prevede un minimo di 2.000 kcal, i grammi di Proteine salgono a 75,0 e potrò mangiare 234 g di Pollo. Non devo fare la fame. Semmai devo eliminare le chilocalorie inutili e nutrirmi con alimenti sani. E questo, nell’arco di dodici mesi, porta ad un effettivo risparmio economico. 



Il seguito al prossimo Post.


venerdì 24 febbraio 2017

Carl Friedrich Gauss




Intendo la parola prova non nel senso degli Avvocati, che sommano due mezze prove per ottenerne una intera, ma nel senso dei Matematici, dove una mezza prova vale zero, e viene richiesto per una prova che ogni dubbio si dimostri impossibile” 



Questa affermazione è generalmente attribuita a Carl Friedrich Gauss, Astronomo e Fisico, ma probabilmente il più grande Matematico di sempre.


Corretto Regime Alimentare - I





Prima di affrontare questo delicatissimo argomento, è bene fare delle premesse. Io non sono un Medico né uno Psicologo, non ho alcuna preparazione in tema di Nutrizione umana e, le mie, sono solo considerazioni basate sull’esperienza personale. Quanto segue parte dalla premessa che, l’individuo, uomo o donna che sia, sia in buona salute, ed abbia avuto l’occasione di accertarlo di recente.

Allora: noi siamo il nostro corpo. Anche se siamo convinti del contrario, la realtà è che il nostro corpo condiziona (in bene o in male) la nostra vita, la nostra psiche, il nostro agire, il modo come percepiamo l’esistenza.

Per motivi di stress psicofisico, anni fa mi sono accorto che i normali vestiti, non mi entravano più. Siccome a me piace anche indagare come fossi Sherlock Holmes, ho prestato molta più attenzione anche ad altri fattori che, fino a qual momento, credevo insignificanti. Ad esempio il modo di alimentarmi era del tutto privo di una logica, mangiavo quello che capitava per fame che potrei definire “nervosa”; in altre parole un istinto interno mi spingeva a nutrirmi in un modo eccessivo e sbilanciato, come se il mio organismo si preparasse ad una qualche imminente carestia, come se dovessi compensare con il cibo una qualche altra carenza, come se i fabbisogni di elementi nutrizionali si fossero improvvisamente alterati non sapevo da cosa. Gli alimenti scelti dovevano anche essere “gratificanti”, altrimenti ne facevo volentieri a meno.

Ci sono arrivato un poco alla volta, non vi so raccontare come. Ad un certo punto della mia esistenza mi sono scoperto impelagato in questa situazione. Io che ho fatto palestra, che ho giocato a Rugby e che, per prepararmi senza troppi traumi, andavo a nuotare due volte a settimana. 

Da un peso-forma che era sempre stato intorno ai 74 kg, mi sono ritrovato a pesarne 85 kg. Quasi senza accorgermene. 

Partiamo sempre dal principio che, nella vita, tutto si fa con sole tre cose: Informazione, Tempo e Potere. Come rimediare al disastro?

Informazione – Si finisce per ingrassare, ovvero la nostra massa corporea aumenta senza che vi sia una contemporanea crescita muscolare, quando le calorie che assumiamo sono più di quelle che bruciamo con l’attività fisica. Semplice no? In un giorno io faccio attività fisica per 2.800 kcal ma ne assumo, complessivamente 3.500 kcal. La differenza, l’organismo, sapendo della crisi economica dei paesi occidentali, decide di convertirla in grassi da accumulare, per rendere potenzialmente disponibile quel sovrappiù in futuro. Non lo si può nemmeno biasimare.

Ovviamente la cosa è molto più complicata, perché dipende anche da altri fattori. Ad esempio questo ragionamento non vale per un ragazzo o per una ragazza ancora in fase di sviluppo, oppure per un atleta, oppure ancora per chi lavora in climi freddi e con un abbigliamento inadeguato. A noi non interessa un Trattato sull’Alimentazione umana, troppe variabili, per quello ci sono gli specialisti, a noi interessa capire i meccanismi di base. Per questo sono costretto a semplificare molto.

Come si fa a dimagrire? Per un Matematico sarebbe semplice: smetto di mangiare e vedrai che il mio organismo brucia necessariamente di più di quanto assumo. Ma non va bene. Perché il nostro organismo ha necessità di assumere alcune sostanze nutritive che, da solo, non è in grado di sintetizzare. Alcune sostanze nutritive sono essenziali per il nostro equilibrio, non ne possiamo fare a meno. Quindi dobbiamo partire dal concetto che, almeno 1.500 kcal, inevitabilmente siamo costretti ad assumerle ogni giorno. Perché vogliamo perdere massa grassa, non vogliamo farci del male. 

Chi si sottopone a diete drastiche dovrebbe ravvedersi. Se perde peso, probabilmente è la massa muscolare che se ne sta andando, non il grasso. Perché il nostro corpo è programmato geneticamente in questo modo. Quando si sente in pericolo, lascia le riserve migliori per la battaglia finale. E’ strutturato per sopravvivere anche alle peggiori avversità.

Allora come si fa a dimagrire? Il vero segreto non è la dieta, ma l’attività fisica. 

Se devo comunque mangiare dalle 1.500 kcal alle 2.000 kcal ogni giorno per quegli elementi essenziali, allora sposterò il consumo energetico a 2.500 kcal oppure a 3.000 kcal. Sono circa 1.000 kcal in meno ogni 24 ore. Non è poco. Semplice no?

Beninteso, l’alimentazione è importantissima, ma non parleremo più di Dieta, ma di un Corretto Regime Alimentare. Il primo vantaggio è che si risparmiano dei bei soldini al Supermercato. Il secondo è che, con questi principi, non c’è necessità di rinunciare al cioccolato, ai formaggi, alle crostate della nonna, al pane, all’olio d’oliva, al vino rosso, al miele, alimenti anzi che vanno assolutamente mangiati perché contengono sostanze nutritive straordinarie. Non ultimo, raggiunto l’equilibrio, sarete anche più belli.


Per il momento mi fermo qui. Il seguito al prossimo Post.

domenica 19 febbraio 2017

C'est la vie ...



Una parte del nostro comportamento deriva dal patrimonio genetico.
C'est la vie

Una seconda parte deriva da quanto abbiamo appreso nei primi quattro anni della nostra esistenza.
C'est la vie 

Poi ci sono gli eventi che la vita ci riserva. Belli e brutti. Affascinanti e terribili. 
C'est la vie 

Possiamo affrontarli, ignorarli o fuggire. 
Non tutti, ma molti di questi eventi ci cambieranno. È inevitabile. 
Non su tutti, ma in molti casi sta a noi stabilire se in meglio o in peggio. 

C'est la vie

giovedì 16 febbraio 2017

Aristofane


"L'uomo saggio impara molte cose dai suoi nemici"


Queste parole vengono generalmente attribuite ad Aristofane, Poeta e Drammaturgo greco del 390 a.C.


martedì 14 febbraio 2017

A muso duro



E adesso che farò, non so che dire
e ho freddo come quando stavo solo
Ho sempre scritto i versi con la penna
non ho ordini precisi di lavoro

Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario


Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro

Ho speso quattro secoli di vita
ed ho fatto mille viaggi nei deserti
perché volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti

Adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
e magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro

Non so se sono stato mai Poeta
e non m’importa niente di saperlo
Riempirò i bicchieri del mio vino
non so com'è però vi invito a berlo

E le masturbazioni celebrali
le lascio a chi è maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro

E non so se avrò gli amici a farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
ed alla fine della strada
potrò dire che i miei giorni li ho vissuti



Pierangelo Bertoli, Fabrizio Urzino – CGD - 1980



Euripide


"Noi siamo servi degli Dei, qualsiasi cosa gli Dei siano"



Questa frase viene generalmente attribuita ad Euripide, Drammaturgo greco del 420 a.C.


lunedì 13 febbraio 2017

Socrate



Ci sono persone nate per sgobbare
ed altre nate per stare a guardare.
Non è questione di salute,
né di intelligenza, né di bisogno.
E’ cosi e basta!
Dalle prime tutti si aspettano di più,
dalle seconde nessuno si aspetta niente.
Per le prime non ci sono mai elogi,
qualunque cosa facciano è dovere.
Per le seconde è il contrario,
poiché non ci si aspetta niente da loro,
basta che muovano un dito
e tutti si affrettano a coprirle di complimenti
”.


Queste parole sono generalmente attribuite a Socrate, Filosofo greco del 420 a.C.


domenica 12 febbraio 2017

Se percepiscono che gli sei superiore



Tra le tante motivazioni per cui una Valutazione extraperitale può andare male, rispetto alle aspettative, vi è quella per cui la vera attività di analisi viene svolta da una persona diversa dal Consulente a cui vi siete rivolti.

Quello che normalmente avviene è che, il Consulente, non ha collaboratori ed opera lui direttamente l’attività professionale per cui è stato interpellato. Questo significa che abbiamo a che fare sempre con la stessa persona, che verrà pagato per la bravura che esprimerà nel suo lavoro, che ha cura di mantenere una immagine di persona professionale. Un rapporto diretto Utente-Consulente che non ha motivo di degenerare.

Se la vittima di molestie si rivolge, invece, ad una organizzazione, questo rapporto diretto difficilmente si crea, perché è molto più probabile che si siano divisi i compiti. Per cui avremo a che fare con una Psicologa clinica che somministrerà i test proiettivi, poi con un Medico del Lavoro oppure un Medico Legale, una Psichiatra, … fino al colloquio finale con chi firmerà la relazione. In questo secondo caso le condizioni ed il desiderio di mantenere un'immagine professionale, potrebbero avere un peso molto inferiore. Vi sono stati dei casi di gratuita ostilità rivolta nei confronti di chi ha richiesto una valutazione delle sue condizioni, difficili da spiegare sul piano razionale. Persone, magari particolarmente giovani, che si attivano pienamente convinte che la vittima cerchi di ingannare, di trovare una giustificazione esterna al proprio fallimento, che sia necessariamente affetta da un qualche disturbo di personalità.

Ho saputo di vere e proprie liti con collaboratrici che si sono mal comportate, perché la donna da sottoporre a test semplicemente era molto più attraente di loro. Oppure di individui che tendevano a minimizzare fatti gravissimi, solo perché non erano in grado di comprendere, essendo privi di esperienza diretta per essere tirocinanti ancora in fase di formazione, quindi senza aver realmente mai lavorato un solo giorno. 

Si deve sempre considerare che, anche nelle strutture che dovrebbero avere una straordinaria competenza professionale nella valutazione delle condizioni psicofisiche di chi ha subito la Violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, esistono le invidie, le gelosie professionali, le avversioni generazionali o di genere. Per quanto tutto questo sia dannoso, ingiusto, poco professionale, sarebbe utopico aspettarci il contrario. 

Soprattutto se la persona vessata ha grandi qualità, deve considerare che può andare incontro ad incomprensioni, a difficoltà inaspettate. Quindi manteniamo la calma e la fiducia in noi stessi, senza mai reagire in modo impulsivo. Teniamo ben in mente il nostro obiettivo. A meno ché non sia un fatto realmente grave, non abbiamo interesse ad attivare altri conflitti, abbiamo già una guerra da vincere. 


Sono un tipo tosto, non mi freghi




Il suggerimento più importante che posso dare su come preparare un insieme di elementi di prova, da allegare ad una Denuncia-Querela penale, riguarda la Consulenza extraperitale.

La Corte Costituzionale, con la Sentenza n. 33 del 11.02.1999 che riporta: “La consulenza extraperitale è suscettibile di assumere pieno valore probatorio non diversamente da una testimonianza e che pertanto il Giudice non è vincolato a nominare un Perito qualora le conclusioni fornite dai consulenti di parte gli appaiano oggettivamente fondate, esaustive e basate su argomenti convincenti”, ha dato pieno valore al lavoro dei Consulenti. Questo significa che, analizzare la Violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, non è cosa alla portata di tutti e che è bene scegliersi un buon Consulente che sia in grado di illustrare al meglio al Magistrato, tutti gli aspetti peculiari dei maltrattamenti e delle umiliazioni patite dalla vittima. 

Il problema nasce qui. Come si fa a riconoscere un buon Consulente?

Non esiste una regola sempre valida. Io personalmente mi affido all’intuito ma ho commesso errori.

Per prima cosa è necessario prevedere il costo significativo della consulenza extraperitale. Per cui è essenziale non sprecare inutilmente le risorse economiche che abbiamo a disposizione. Il Consulente di parte ci deve fornire un documento, una sua Valutazione, che risulti sia oggettivamente fondata (chiunque, con la sua professionalità, deve poter ricostruire il processo logico che lo ha portato a quelle conclusioni), sia esaustiva (deve trattare ed illustrare tutto su un determinato argomento), e deve essere strutturata su argomenti convincenti (ovvero non deve aver tralasciato gli elementi in grado di smentire tale tesi, né deve utilizzare argomentazioni puramente dialettiche, suggestive o di comodo). E’ un lavoro complesso. Per essere efficace deve poggiarsi su fondamenta solide. Per cui noi per primi dobbiamo aver prima raccolto ed ordinato l’insieme delle prove che intendiamo far analizzare insieme al nostro racconto.

A questo punto, però, può accadere che commettiamo l’errore di scegliere male il Consulente. E questo è un evento che può generare un profondo sconforto se non crediamo in noi stessi.

Infatti può accadere che, il Super Consulente che abbiamo contattato, che abbiamo rintracciato con difficoltà perché, in precedenza, lo avevamo solo visto intervistato alla televisione oppure avevamo solo letto i suoi libri, ci accolga in modo diverso dalle attese. I suoi collaboratori sono particolarmente giovani ed inesperti, avendo alle spalle al massimo qualche anno lavorativo. La prima cosa di cui ci parla è il suo compenso che, stranamente, vuole anticipato sulla prestazione professionale. Insomma ci ritroviamo in una situazione molto diversa da quella immaginata, da quella che può permettere la miglior descrizione di quanto sta accadendo. 

In questo caso è bene tenere le antenne dritte. C’è la concreta passibilità che il Super Consulente conosca alla perfezione le strategie delle organizzazioni criminali, delle motivazioni nascoste negli omicidi passionali, delle modalità per trattare con un gruppo di rapinatori asserragliati con ostaggi in una banca da giorni, ma non abbia la più pallida idea delle fantasie di potere e di dominio di uno Psicopatico aziendale. 

Se il vostro intuito vi avverte di questo, fate estrema attenzione. Potrebbe essere necessaria una strategia per abbandonare l’iniziativa prima che vi si ritorca contro.

C’è un elemento che dobbiamo assolutamente osservare: se il Consulente inizia a giustificare i nostri aggressori e ritiene noi stessi delle persone mentalmente disturbate, non è il caso di andare oltre. 

La Violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, non deriva da un qualche comportamento deviato di chi ne resta vittima. Anzi.

Sarebbe come dire che, una donna che subisce una violenza sessuale, sia essa stessa la causa della violenza per aver provocato mettendo magari una minigonna, per essere andata in giro da sola, in un quartiere malfamato, dopo la mezzanotte. Il primo che sento sostenere una tesi del genere si prende un pugno dritto sul naso da me. Non è una minaccia, è una promessa. 

Se questo passaggio non è chiaro al Consulente, egli farà solo danni. Perché significa che non ha compreso la violenza che stiamo subendo oppure che, per lui, è più conveniente assumere questa posizione per il prosieguo della sua carriera. Infatti le persone che subiscono questa violenza hanno tre caratteristiche che le penalizzano: ammesso che ci riescano, sono in grado di dimostrare la violenza subita solo con una miriade di prove, per lo più poco significative se esaminate singolarmente; sono in uno stato di prostrazione psicologica che le rende particolarmente vulnerabili, ed in una condizione emotiva di estrema necessità di aiuto; hanno un nemico potente, influente, poiché tale forma di violenza è quella di frequente attuata dai colletti bianchi, per dirla con le parole del Criminologo Dr. Edwin Sutherland, e non a tutti conviene metterseli contro.

Può quindi accadere che, il Super Consulente, dopo aver parlato con noi dall’alto della sua inarrivabile autorevolezza, rintracci qualcuno che possa fornirgli ulteriori indicazioni sulla nostra vicenda, sulla qualità del nostro lavoro, sulle motivazioni per cui ci hanno confinato a fare fotocopie in uno scantinato. Quindi, nella sua sostanziale incapacità, arrivi addirittura a convincersi che gli abbiamo mentito o che siamo un caso patologico, e si schieri dalla parte del nostro persecutore.

Soggetti così non mancano nel panorama delle figure che popolano i Convegni ed i Seminari dedicati al Mobbing. Ma noi siamo tipi tosti. Non ci lasciamo fregare.




sabato 4 febbraio 2017

Limiti del Mobbing




E' arrivato il momento di scrivere un Post sui limiti del Mobbing.

Tralascio la descrizione della definizione di Mobbing. Mi soffermo, ed intendo analizzare, il limite superiore di questa forma di violenza.

La violenza descritta in questo Blog è la Violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro. Questa definizione comprende, in realtà, due sottoinsiemi: la violenza che raggiunge le fattispecie di Reato penale; la violenza non riconducibile ad un Reato penale.

In generale siamo in presenza di “mobbing” quando ricorrono i seguenti elementi: una pluralità di comportamenti vessatori, condotte sistematiche e prolungate nel tempo; deve essere dimostrabile l’intento persecutorio; la vittima deve aver subito un danno esistenziale, alla vita di relazione.

Possiamo quindi considerare questo sottoinsieme caratterizzato dal fatto che, gli atti della violenza, non sono riconducibili ad una fattispecie penale. 

Facciamo un esempio. Un alto funzionario di banca viene privato del suo ufficio e spostato in un sottoscala, un luogo sostanzialmente privo di luce naturale, con un minimo ricambio d’aria, senza un telefono, senza un computer, solo con un tavolo ed una sedia. Questa condizione priva il funzionario della concreta possibilità di lavorare, di relazionarsi, di comunicare, dei simboli del potere. Lui può anche essere il lavoratore più serio, preparato, brillante dell’intera struttura, ma verrà percepito come un incapace. Tutto questo, però, è difficilmente riconducibile ad un reato penale. Sono vessazioni reali; ma non sono descritte nel Codice Penale.

Per questo le persone vittime di mobbing chiedono una Legge che tuteli realmente la loro persona.

Ma la Violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, comprende un secondo sottoinsieme: quando gli atti della violenza sono chiaramente riconducibili ad almeno un reato penale.

Non ha importanza l’articolo del Codice Penale violato. Può essere Violenza privata, Lesioni come conseguenza di altro delitto, Minacce, Estorsione … oppure un qualunque altro reato. Realmente non ha importanza quale, purché la Legge riconosca quel comportamento come reato. 

Non è possibile definire le vittime di questo sottoinsieme come “mobbizzati”, perché non è propriamente mobbing o bossing. In questo caso si tratta di persone che stanno subendo una violenza già codificata, che ha un suo nome. Non c’è necessità di una nuova Legge per poter chiedere Giustizia.

In altre parole, la Violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, comprende anche il mobbing, ma il mobbing è la parte bassa, quando le vessazioni sono veramente difficili da riconoscere, da dimostrare, da codificare. 

Chi subisce un reato non è vittima di mobbing.