domenica 24 settembre 2017

Atti di terrorismo





Nel Post “Mobbing e Codice Penale – Corrispondenza biunivoca scomoda a molti” ho descritto questa struttura della violenza:
  • l’iniziale comportamento ambiguo, paradossale, abnorme, violento o minaccioso finalizzato a destabilizzare la vittima designata;
  • il tentativo di assoggettamento indebito; 
  • la durata nel tempo di una condotta sempre più illegittima dell’aggressore quando esaminata unitariamente; 
  • la reiterazione delle azioni ostili inquadrabili come una forma di terrorismo psicologico (mobbing); 
  • l’esaurimento delle risorse e delle capacità di reazione dell’organismo della vittima designata dopo un tentativo di resistenza inefficace; 
  • un danno da rottura dell’equilibrio psicofisico ingiustamente provocato.
Per inciso “la reiterazione delle azioni ostili inquadrabili come una forma di terrorismo psicologico” è solo una fase della violenza perpetrata ai danni della persona offesa dal reato e, caratteristica peculiare dei terroristi, nei luoghi di lavoro come in una qualunque comunità sociale, è che sono coloro che si servono dei mezzi criminosi non tanto per soddisfare un interesse personale, ma per affermare la validità delle proprie convinzioni, e che siano politiche, sociologiche, religiose, morali non fa alcuna differenza. 

In questo contesto, affermare le proprie convinzioni, significa dimostrare a se stessi che assumere un comportamento opportunista, non rispettare le limitazioni imposte dal legislatore, cercare di prevaricare gli altri al fine di valorizzare se stessi, manipolare, mantenere un basso profilo per evitare responsabilità, tenere nascoste le proprie iniziative illegittime, utilizzare la diffamazione ed il discredito pur di arrivare a denigrare un pericoloso rivale, tramare inganni, mentire, falsificare, omettere, accettare ingiunzioni illegittime da un potere esterno per creare vantaggi di tipo politico, … alla lunga sono la strategia di adattamento esistenziale migliore che poteva essere adottata. 

Chi rispetta le Leggi, chi svolge la propria mansione bene ed onestamente, chi affronta le proprie responsabilità e non si tira indietro, chi svolge al meglio il proprio mandato istituzionale, per costoro, è solo uno stupido, uno che non ha capito niente dell’esistenza.

Chiamare questo terrorismo psicologico può sembrare eccessivo, ma non è così. Nella strategia terroristica, in generale, l’attore colpisce attraverso iniziative particolarmente violente creando, non tanto un danno tattico o logistico come Carl Von Clausewitz ha teorizzato per la battaglia campale, ma modificando in modo traumatico l’impressione che la società ha del nemico. Così, puntando a destabilizzare l’equilibrio emotivo dell’avversario, a minarne le sicurezze, ad isolarlo dalla comunità sociale, la violenza causa distorsioni cognitive in grado di produrre effetti sulla collettività intera. 

Questa strategia è utilizzata anche negli ambienti di lavoro, perché il fine è analogo: eliminare un individuo o un gruppo scomodo, rafforzare la coesione del gruppo dominante, disintegrare l’unità morale del gruppo contrapposto, destabilizzare e far intravedere la distruzione per ottenere l’allontanamento volontario, creare panico, terrore. 

Per essere efficace la strategia terroristica ha necessità di altre due componenti fondamentali: la comunicazione capillare del fatto violento e l’inerzia degli organi istituzionali così da far percepire una sostanziale sfiducia nella loro capacità di garantire l’incolumità del lavoratore. L’azione bellica ha la sua efficacia quando riesce a provocare reazioni emotive traumatiche e/o micro-traumatiche nella vittima designata. 

Quando, nei luoghi di lavoro, accadono eventi riconducibili all’archetipo appena descritto, non è possibile parlare di conflittualità dovuta ad invidia o gelosia professionale. Perché queste sono strategie di guerra. Guerra non convenzionale, guerra psicologica, ma pur sempre guerra.


sabato 16 settembre 2017

Tactical Jacket Molle





Suggerimenti per allestire un Tactical Jacket per le emergenze. Composizione:
  • Indumento di protezione tattico predisposto per il fissaggio di tasche e contenitori m.o.l.l.e., nonché tasche per gli scudi ceramici antiproiettile;
  • Cinturone con chiusura a velcro;
  • Scudo ceramico anteriore antiproiettile livello IV;
  • Scudo ceramico posteriore antiproiettile livello IV;
  • Bussola militare con inclinometro;
  • Fondina cosciale per Pistola semiautomatica calibro 9 mm;
  • Pistola semiautomatica calibro 9 mm, a corto rinculo di canna;
  • Coltello di sopravvivenza con lama in acciaio inossidabile spessore 5,0 mm ed impugnatura in ABS rivestita;
  • Coltello di sopravvivenza chiudibile con lama in acciaio;
  • Coltello tipo Karambit a lama seghettata con attacco per cinturone;
  • Coltello tipo Kukri con lama in acciaio spessore 5,0 mm ed impugnatura in ABS rivestita, con attacco per cinturone;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per caricatore della Pistola semiautomatica calibro 9 mm;
  • Caricatore bifilare per cartucce della Pistola semiautomatica calibro 9 mm;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per caricatore della Pistola semiautomatica calibro 9 mm;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per caricatore della Pistola semiautomatica calibro 9 mm;
  • Torcia elettrica da 1.100 Lumen con corpo in lega di alluminio e corona frangivetro, impermeabile, distanza utile 320 m, durata 280 ore massimo;
  • Torcia elettrica a 3 led da 6.000 Lumen, con corpo in lega di alluminio, impermeabile, distanza utile 380 m, durata 8 ore massimo;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per cartucce calibro 12 per Fucile semiautomatico a pompa;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per cartucce calibro 12 per Fucile semiautomatico a pompa;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per cartucce calibro 12 per Fucile semiautomatico a pompa;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per 2 caricatori per Fucile automatico;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per pacchetto di medicazione;
  • Pacchetto di medicazione;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per utensile multifunzione pieghevole a pinza;
  • Utensile multifunzione pieghevole a pinza;
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per contenitore ermetico in acciaio; 
  • Tasca contenitore con attacco m.o.l.l.e. per contenitore ermetico in acciaio; 
  • Contenitore ermetico in acciaio;
  • Contenitore ermetico in acciaio;
  • Bandierina tricolore con velcro.


Post Scriptum
E’ solo un gioco.


domenica 10 settembre 2017

La Violenza Sessuale



La Violenza Sessuale è regolamentata nel nostro Codice Penale. Il testo elaborato dal legislatore è il seguente: “Chiunque con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali:
    1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto;
    2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi” (articolo 609 bis del Codice Penale).

Alcune delle circostanze aggravanti sono le seguenti: “La pena è della reclusione da sei a dodici anni se i fatti di cui all`articolo 609 bis sono commessi:
    1) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni quattordici;
    2) con l`uso di armi o di sostanze alcoliche narcotiche o stupefacenti o di altri strumenti o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa;
    3) da persona travisata o che simuli la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio;
    4) su persona comunque sottoposta a limitazioni della libertà personale;
    5) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni sedici della quale il colpevole sia l`ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore.
La pena è della reclusione da sette a quattordici anni se il fatto è commesso nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni dieci” (articolo 609 ter del Codice Penale).

Quindi, si considera Violenza Sessuale, non solo quella esercitata nei confronti di una persona che neghi la sua partecipazione, ma anche quella esercitata nei confronti di persona in condizioni di inferiorità fisica o psichica al momento del fatto.

E’ Violenza Sessuale quando l’atto sia associato ad una qualche forma di costringimento, sia fisico sia psicologico.


sabato 9 settembre 2017

Giudicare per sentito dire




Giudicare per sentito dire è veramente stupido.

Esiste una strategia di guerra che punta a demoralizzare il nemico attaccando la sua reputazione. Esiste da migliaia di anni, non è un’invenzione moderna, ma nessuno sembra ancora aver capito come funziona.

Ho già affrontato questo argomento in vari Post del Blog. Ma rimane da dire come affrontare situazioni fortemente emotive conseguenti a questa forma di aggressione.

Dal mio punto di vista, la cosa migliore da fare è … non fare niente. 

Esempio concreto: in ufficio avete una collega invidiosa della vostra bravura ed ambiziosa? Ogni volta che la lasciate parlare insinua che, vostro marito, se la intende con qualcun’altra, e che non sospettate nulla perché fondamentalmente siete ingenua? Non raccogliere la provocazione è l’imperativo. Continuate tranquillamente la vostra attività. Non lasciate trasparire emozioni. Non vi tocca. Non vi deve assolutamente toccare.

Altro esempio concreto: Spargono maldicenze nel quartiere ove abitate per far in modo che le persone vi siano ostili? Comportatevi così da smentire tale diceria, ma senza esagerare, perché altrimenti si otterrebbe l’effetto opposto. Vi indicano come persone ostili, cattive? Comportatevi in modo naturale, senza mai mostrare aggressività.

Tale strategia di attacco è impossibile da contrastare affrontando il problema in modo diretto, perché sarebbe come affrontare da soli, in campo aperto, una cavalleria ben armata ed addestrata che vi crede profondamente ostile. Ma esistono altri modi per condurre una guerra psicologica. Non cadere nelle trappole preparate dal nemico è già una prima strategia vincente. Dimostrare di avere autocontrollo, autostima e forza, sarà il modo per disarmare gli strumenti inconsapevoli utilizzati dal nemico.

Siccome ci accusano di cose palesemente false, non dobbiamo far altro che demoralizzare noi chi ci è ostile, dimostrando che, le sue armi, non hanno effetto. Potrà convincere gli ingenui, gli sprovveduti, coloro che provano piacere a parlare male del prossimo ma, noi, siamo fatti di ben altra pasta.