lunedì 24 aprile 2017

Paura



"Ma quale paura?
Nel mio vocabolario non esiste questa parola, a meno ché non si tratti di un errore di stampa".


Antonio De Curtis - Totò


sabato 15 aprile 2017

Utilizzare le e-mail per comunicare




L’impiego della dialettica per nascondere le vere ragioni di un evento, è strategia tipica dei manipolatori. 

Esaminiamo una delle tecniche più semplici: l’Ampliamento.

Siamo in un grande cantiere in una località marittima. E’ in costruzione una nave per il trasporto di cereali estremamente sofisticata. La direzione aziendale ha deciso di puntare molto sulla tecnologia e sulla qualità per poter acquisire ordini. La concorrenza si fa sempre più decisa ed è necessario offrire un ottimo prodotto per mantenere le quote di mercato. 

La discussione nasce tra due tecnici, Göte ed Erling, addetti alle dotazioni di sicurezza dello scafo. L’oggetto del contendere è il ruolo di una terza persona, Ingvar, dirigente della ditta e braccio destro del datore di lavoro.

Göte – “Sono abbastanza preoccupato per come verranno prese le decisioni nei prossimi giorni. I prodotti per la sicurezza dell’equipaggio sono arrivati e possiamo installarli, ma io ho qualche perplessità sulle reali caratteristiche di ciò che abbiamo acquistato”.

Erling – “I prodotti hanno tutte le certificazioni in regola. E poi Ingvar è molto preparato in tema; avrà sicuramente acquistato quanto di meglio offre il mercato”.

Göte – “Non è stato Ingvar a fare l’ordine. Non sono sue scelte. Quando c’è da spendere tanto denaro, il Capo se ne occupa in prima persona”. 

Erling – “In ogni caso Ingvar è persona scrupolosa. Lo conosco da molto tempo. Non credo ci saranno problemi”.

Göte – “Invece io sono seriamente preoccupato perché Ingvar non ha gestito lui il tutto. C’è la concreta possibilità che gli abbiano consegnato solo le certificazioni. Per farlo stare tranquillo. Così da metterlo in una condizione emotiva sì di timore, ma anche nell’impossibilità di poter contraddire il Capo apertamente”. 

Erling – “Ho lavorato con Ingvar anche ad altri progetti. Ad averne di persone come lui. E’ veramente molto bravo. Sei tu che stai esagerando”.

Göte – “Io non sto parlando della sua preparazione o professionalità. Io dico che, poiché è stato il suo superiore gerarchico a fare gli ordini, colui che lo ha assunto e che lo può licenziare quando vuole, forse … non ha totalmente quella serenità d’animo per dirgli esattamente quello che pensa”.

Erling – “No. Invece stai denigrando il suo lavoro. Ingvar è Ingegnere e si è laureato con il massimo dei voti. Ha partecipato anche ad altre realizzazioni e non gli ho mai visto fare un errore. Allora dovremmo andare a rivedere le dotazioni anche delle altre navi che abbiamo varato in tutti questi anni. Se uno ascoltasse le tue idee stravaganti … “.

Göte – “Ma che stai dicendo?”.

Erling – “Sei tu quello che non è capace di valutare. Stai sempre a lamentarti di tutto. Non ti va bene mai nulla. Allora perché non rimettiamo in discussione anche la qualità degli impianti di illuminazione? E poi, perché non andiamo a verificare i motori e gli impianti di refrigerazione?” 

Göte – “Guarda che io non discuto le qualità umane o professionali. Io temo che, questa volta, non lo hanno messo nelle condizioni di poter esercitare un controllo …”.

Erling – “Se fosse vero quello che sostieni, allora, tutte le navi come la nostra sarebbero mal equipaggiate. Centinaia di navi da riportare a secco per le modifiche, visto quanti ne hanno prodotti …”.

Di che cosa stanno parlando Göte e Erling? 

Göte è tormentato per delle ragioni che potremmo tranquillamente condividere. Deve installare materiale che potrebbe non essere all’altezza degli standard di qualità. Ma, quando ne parla con Erling, non riceve una qualche rassicurazione, anzi l’altro finisce per confutare sistematicamente le sue argomentazioni con una tecnica puramente dialettica. Infatti Erling non entra mai nei parametri tecnici, non discute le caratteristiche dei prodotti, ma ingigantisce le affermazioni dell’altro per farle apparire assurde o paradossali.

Per quanto possa sembrare inverosimile descritta così, questa tecnica è particolarmente efficace ed è abbastanza comune. Resta comunque il fatto che è solo un modo per vincere la disputa, un modo di trasformare una comunicazione collaborativa in comunicazione competitiva, ove uno deve uscire sconfitto e denigrato per le sue convinzioni.

Un possibile rimedio potrebbe essere quello di comunicare, ad esempio, con la posta elettronica. E' più facile bloccare questa comunicazione deleteria.


venerdì 7 aprile 2017

Distruttori di carriere



Tipicamente nelle pubbliche amministrazioni di tutti i Paesi, ma spesso anche nelle multinazionali, è possibile incontrare la figura del “Distruttore di carriere”.

Anche se non è una regola sempre valida, in certi ambienti di lavoro la figura del manager intermedio è quella tipizzata dell’arrivista approfittatore, ovvero di una persona spregiudicata a cui interessa solo la propria progressione di carriera. Per costui non ha importanza il bene dell’attività che gli è stata affidata, né il benessere dei propri collaboratori o la soddisfazione dei clienti; per questa persona è importante solo guadagnare di più, acquisire prestigio, professionale e sociale. Per poter raggiungere i propri obiettivi manifesta palesemente una certa disponibilità a premiare chi lo aiuterà, chi sosterrà ad ogni costo la sua candidatura a direttore generale, ad amministratore delegato, chi lavorerà per metterlo in mostra.

A questo punto entra in gioco il Distruttore di carriere.

Il Distruttore di carriere è il collaboratore che approfitta a sua volta della situazione. Siccome non ha grandi capacità intellettive, non è frenato dai dubbi, dalle perplessità, anzi infonde sicurezza mostrandosi sempre deciso, brillante, preparato, abile nel comunicare a suo comodo, a nascondere gli errori. Poiché per emergere deve puntare a queste sue abilità, cercherà di ingraziarsi il manager intermedio mostrando un percorso che permetterà di porre l’attività del reparto sotto i riflettori. Per valorizzare se stesso deve, al contempo, gettare discredito sui suoi colleghi più preparati. Questo perché il manager intermedio deve scegliere lui come la figura da seguire, da valorizzare, da mettere in evidenza, e deve sostanzialmente disprezzare gli altri collaboratori.

A volte il Distruttore di carriere riesce a coinvolgere anche altri collaboratori nel suo disegno ma, da solo o a capo di un gruppetto di eletti, la sua strategia non cambia.

Questo meccanismo è piuttosto complesso e funziona più o meno così: poiché il genio, l’innovatore, la persona dotata di una inattaccabile integrità morale, in ambito lavorativo sono costrette spesso a dissociarsi dall’andazzo generale, il manager intermedio inizia a diffidare di costoro come collaboratori. Evidentemente perché, agendo nell’interesse dell’Istituzione o della multinazionale, non agiscono per favorire la carriera di nessuno. Al contempo, tale manager, viene abilmente abbindolato da altri che lo gratificano con continui elogi, lo rassicurano, lo sostengono nelle controversie, sminuendo gli oppositori. Saranno poi questi ultimi a raccogliere i suoi favori.

Il manager intermedio diviene inconsapevolmente strumento a sua volta. Non arrivando a percepire il raggiro, finisce per affidare le sue decisioni più importanti ai consigli interessati del Distruttore di carriere che, limitato nelle sue capacità professionali, nella stragrande maggioranza delle volte lo conduce al disastro. 

Quello che sorprende di più, chi si trova coinvolto in queste vicende lavorative, è che il Distruttore di carriere riesce sempre a cadere in piedi. Infatti accade che il manager intermedio, fin proprio alla fine del suo incarico dirigenziale, resti del tutto ignaro della manipolazione subita e finisca per accusare della sua mancata promozione chi, in realtà, ha fatto bene il suo lavoro. Questo è dovuto al fatto che, il Distruttore di carriere, nella sua attività di denigrazione dei colleghi in anticipo ha indirizzato verso costoro il disprezzo e le ire del manager. Il manipolato non lo comprende ma lui è perfettamente consapevole che la disfatta è sostanzialmente opera sua, ed è abbastanza furbo da preparare per tempo il falso bersaglio, il capro espiatorio.

Quelle strutture lavorative che subiscono l’attività parassitaria appena descritta vengono sconvolte. Ma ancora la comunità sociale non ha compreso che il danno è di tutti, perché un’azienda in piena salute contribuisce a creare posti di lavoro, a far crescere l’economia del Paese. Così ci potrà capitare di incontrare per strada uno di questi Distruttori di carriere che cammina a testa alta e raccoglie la stima delle persone ignare, di coloro che non conoscono le dinamiche di potere che si creano negli attuali posti di lavoro.

domenica 2 aprile 2017

Atti persecutori e Codice Penale



Articolo 612-bis Codice Penale

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici.
La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero con armi o da persona travisata.
Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale. La querela è comunque irrevocabile se il fatto è stato commesso mediante minacce reiterate nei modi di cui all'articolo 612, secondo comma. Si procede tuttavia d'ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio”.

Il delitto, di cui all'articolo 612-bis Codice Penale, è da ritenersi plurioffensivo; infatti tutela non solo la libertà morale della persona ma, anche, la tranquillità e la serenità psicologica.

Presidente Mujica



"Se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere".


Questa frase viene attribuita a José Alberto Mujica Cordano – 40° Presidente dell’Uruguay

sabato 1 aprile 2017

E se avessimo ragione noi?




Ho deciso di scrivere questo post, anche se può creare fraintendimenti. Anzi, sono sicuro che li creerà, ma andava fatto.

Alla voce “Paranoia” corrisponde la seguente definizione: Psicosi caratterizzata dallo sviluppo di un delirio cronico, coerente, che evolve lentamente lasciando integre le restanti funzioni psichiche. Il Paranoico è il narcisista estremo per eccellenza. Il Paranoico è convinto che tutto debba naturalmente girare intorno a lui e che, gli altri, faranno di tutto per impedirlo, tramando alle sue spalle.

E’ facile confondere questo disturbo della personalità con qualcos’altro che si verifica agli individui più sensibili, ai generosi, alle persone intelligenti, capaci. 

Se certi comportamenti disinvolti sono condizione naturale per un gran numero di persone, avrete notato che, per alcuni, sono un modo di fare assolutamente evitato. Perché costoro non socializzano facilmente? Perché devono fare le cose “a modo loro”? Perché non si lasciano mai andare, anche quando potrebbero tranquillamente? Perché hanno uno stile di vita così controllato? 

Con un’analisi superficiale è difficile dare una risposta a queste domande. Normalmente queste persone, un po’ troppo riottose, litigiose, complicate, vengono giudicate mentalmente disturbate, paranoiche. In fondo sembra che si facciano problemi che, gli altri, non si fanno. Sembrano vivere in un mondo proprio.

Ma non è così.

Queste persone subiscono ostilità istintive nei normali rapporti interpersonali. Noi non ce ne accorgiamo, ma loro si. E’ la condizione della ragazza bellissima che subisce l’ostilità velata delle coetanee. Tu non te ne accorgi, ma lei si.

E’ la condizione della studentessa brillante, della musicista talentuosa che subisce l’inimicizia dei pari corso. I genitori non se ne accorgono, ma lei sta cambiando.

E’ la condizione della donna manager o della showgirl che deve sopportare continue insinuazioni per il ruolo che ha raggiunto. Suo marito non se ne accorge ma, a lei, hanno creato un ambiente avverso.

Ecco perché non si comportano come la maggioranza degli individui. Il trattamento che la comunità sociale gli riserva è diverso. E' realmente diverso. 
Se noi facciamo un errore possiamo rimediare; se lo fanno loro, anche una inezia viene amplificata al punto che sembra cadere il mondo. Noi possiamo raccontare tranquillamente dove andremo in vacanza in estate, loro no; se lo fanno rischiano di fornire informazioni che gli si ritorceranno contro.

Tutto questo, dall’esterno, non lo si percepisce. Ma non è paranoia, è la quotidianità di persone normalissime su cui, altri, scaricano le proprie frustrazioni, la propria invidia, le proprie gelosie.


Le Ragazze dell’Est



Nei mattini pallidi ancora
imburrati di foschia
risatine come monete
soffiate nei caffè
facce ingenue appena truccate 
di tenera euforia
occhi chiari, laghi gemelli,
occhi dolci e amari.

Le ho viste ...
fra cemento e cupole d'oro
che il vento spazza via
sotto pensiline che aspettano
il Sole e il loro Tram
coprirsi bene il cuore in mezzo a sandali e vecchie
camicie fantasia
e a qualcuno solo e ubriaco
che vomita sul mondo.

Io le ho viste portare fiori
e poi fuggire via
e provare a dire qualcosa
in un italiano strano
io le ho viste coi capelli di sabbia
raccolti nei foulards
e un dolore nuovo e lontano
tenuto per la mano.

Io le ho viste che cantavano
nei giorni brevi di un'idea
e gomiti e amicizie intrecciati per una strada
io le ho viste
stringere le lacrime di una
primavera che non venne mai
volo di cicogne con ali di cera
ancora io le ho viste …

Far la fila con impazienza
davanti ai gelatai
quando il cielo stufo d'inverno
promette un po' di blu
piccole regine fra statue di eroi e di operai
lievi spine d'ansia nei petti
rotondi e bianchi.

Le ho viste eccitate e buffe
e sudate per la felicità
negli alberghi dove si balla
gridare l'allegria
e bere birra e chiudere di fuori
la solita neve e la realtà
e ballare alcune tra loro
e ballare e poi ballare.

Le ho viste …
nelle sere quando son chiuse
le fabbriche e le vie
sulle labbra vaghi sorrisi
di attesa e chissà che
scrivere sui vetri ghiacciati
le loro fantasie;
povere e belle donne
innamorate d'amore e della vita

Le ragazze dell'Est.



Claudio Baglioni – CBS
Dall’album Strada Facendo - 1981