Premetto che quello che sto per
scrivere è esclusivamente una mia convinzione personale. Non ho né la
preparazione né l’esperienza per poter fare un'analisi scientifica approfondita
sul tema della strana aggressività di certi insegnanti, ma intendo comunque
proporre questo argomento all'attenzione di chi frequenta il blog.
A molti di noi è capitato di dover
accettare un brutto voto a scuola, ben consapevoli che il nostro compito valeva
molto di più. Quando si è ragazzi è difficile ribellarsi ad una palese
ingiustizia, perché hai sempre il dubbio che sei tu a sopravvalutare il tuo prodotto,
che consideri la tua opera molto di più di ciò che merita. Da studenti non
potrebbe essere diversamente. Se sono lì per apprendere, evidentemente chi
corregge i miei compiti, necessariamente ne deve sapere più di me.
Se prendere meno di quanto si è
coscienti di meritare è una condizione che può essere capitata a tutti di
sperimentare, io credo che alcuni ragazzi e ragazze con una determinata
personalità hanno ben presto assimilato che, per loro, le palesi ingiustizie
sarebbero divenute una costante, e non solo nel mondo della scuola. Mi
riferisco alle personalità che definiamo creative.
La personalità creativa ha una forte
motivazione interiore che emerge come curiosità, come necessità di mettere
ordine, studiare, comprendere e classificare gli oggetti, gli eventi. La
personalità creativa a suo modo è autosufficiente, non si pone dei limiti e
difficilmente adotta comportamenti formali, convenzionali. Il creativo in se è
soggetto indipendente che predilige operare in totale autonomia, poiché così
riesce a raggiungere i propri obiettivi, i traguardi che lui stesso si è
prefissato. L’autodisciplina e la versatilità sono anch'essi elementi
caratteristici di chi possiede una personalità creativa.
Che cosa succede nel mondo della
scuola? Che la personalità creativa finisce per mettersi in mostra e, fin da
subito, attira su di se l’attenzione esercitando, al contempo, un notevole
impatto emotivo sugli altri. Appena il gruppo si forma la personalità creativa
tende a rimanere dietro le quinte, a non attirare attenzione, perché teme che
gli altri la prendano come riferimento per un confronto, finendo per provare
risentimento per la ferita narcisistica. Ma con il tempo la sua voglia di fare,
di misurarsi con le difficoltà, non passerà inosservata. Ed inevitabilmente
finirà per attirarsi le antipatie dei mediocri narcisisti.
Questa però è solo una parte minima
della realtà, perché sono personalmente convinto che esista un generale
atteggiamento di strumentale ostilità nei confronti delle ragazze e dei
ragazzi, finalizzato a demoralizzarli, a tarpargli le ali.
In Finlandia uno studente capace ed
impegnato è considerato una risorsa per il Paese. Per cui le strutture che ha a
disposizione per apprendere e specializzarsi sono tante e funzionali. Lo stato
paga anche le cure dentali.
L’impressione che si ha è che, nella
nostra realtà, una studentessa capace, intelligente, volenterosa, è più vista
come un problema per la sua naturale propensione ad affermarsi e “prendere
riputazione” (Machiavelli). E’ come se esistesse un forte controllo sulle
persone che “possono” affermarsi nella comunità sociale ed altre che, al
contrario, sebbene oltremodo meritevoli, non devono scalare le gerarchie e
raggiungere un ruolo di potere. Non gli è concesso.
Ribadisco che quanto riportato è
solo il mio pensiero, ma nessuno me lo leva dalla testa che la realtà non è
quella che ci raccontano i mezzi di comunicazione di massa. L’affermarsi per
meriti propri non lo posso escludere, ma lo ritengo evento particolarmente
raro.