martedì 28 maggio 2013

Nessuno è esperto di mobbing


Come non può esistere un musicista che sa suonare ogni strumento ed ogni brano di musica classica realizzato, così non può esistere un esperto che sia in grado di comprendere completamente tutte le possibili dinamiche della violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, di cui il “mobbing” è solo una fase. Infatti, come abbiamo già visto, gli elementi caratterizzanti questa forma di violenza sono: 
  • l’iniziale comportamento ambiguo, paradossale, abnorme, violento o minaccioso finalizzato a destabilizzare la vittima designata; 
  • il tentativo di assoggettamento indebito; 
  • la durata nel tempo di una condotta sempre più illegittima dell’aggressore quando esaminata unitariamente; 
  • la reiterazione delle azioni ostili inquadrabili come una forma di terrorismo psicologico (mobbing); 
  • l’esaurimento delle risorse e delle capacità di reazione dell’organismo della vittima designata dopo un tentativo di resistenza inefficace; 
  • un danno da rottura dell’equilibrio psicofisico ingiustamente provocato. 
Quindi il mobbing è la conseguenza di un assoggettamento non riuscito. 
Un modo per avvelenare a piccole gocce la psiche della persona che si è ribellata ad un tentativo di condizionamento. E stando così le cose è del tutto evidente che elencare, o anche descrivere analiticamente, il solo insieme delle azioni ostili non è minimamente sufficiente. 

Purtroppo chi subisce questa forma di violenza è destinato a non essere compreso. Sono pochi i centri specializzati in grado di riconoscere e descrivere la lesione dell’equilibrio della psiche provocata ad arte. Ancora meno sono gli specialisti in grado di realizzare una consulenza tecnica di parte eventualmente da allegare ad una denuncia. Spesso le persone vessate entrano in una spirale ove finiscono per dilapidare tutti i loro risparmi con iniziative costose quanto inutili. 
La prima cosa da fare, invece, è quella di raccogliere più informazioni possibili, all'occorrenza tramite Internet. Poi passare in libreria, ove è possibile acquistare con 100 € ottimi libri sul tema. Una volta realizzato quel patrimonio di conoscenze necessario ad analizzare e comprendere le dinamiche di potere concretizzate, sarà più semplice e conveniente procedere di iniziativa senza affidarsi completamente nelle mani dell’esperto di turno.

domenica 5 maggio 2013

Disinformazione


Con il termine “disinformazione” intendiamo quel insieme di iniziative comunicative dirette a fornire intenzionalmente notizie false, ingannevoli, denigratorie. Il fine ultimo è quello di formare convinzioni su un’organizzazione, su un individuo o su un argomento, in modo tale da far accettare per vera una situazione falsa, costruita ad arte.

Essenza della disinformazione è convincere un insieme di ascoltatori sul piano razionale, non emotivo. Questo effetto lo si ottiene indirizzando subdolamente il ragionamento altrui. Quindi non ci si riferisce alla comunicazione emotiva, anche se addirittura più efficace. La disinformazione introduce elementi errati che entrano a far parte del patrimonio di conoscenza dell’individuo manipolato.

Fare disinformazione non è semplice, perché in una società fortemente condizionata da strumenti comunicativi, è necessario dominare l’informazione limitando al contempo alla controparte la possibilità di comunicare in modo efficace. Quando la controparte che stiamo cercando di denigrare è anch’essa abile nel divulgare, allora si utilizza la saturazione dei canali comunicativi. In altre parole la diffusione della sua verità verrà ostacolata da una ipercomunicazione falsa in grado di sovrastarla. Chi ha teorizzato l’applicazione scientifica della disinformazione ora deve fare i conti con Internet. Una delle strategie che potranno essere adottate è quella di introdurre disinformatori camuffati da persone comuni in grado di diffondere false informazioni pilotate. Anche per questo non bisogna mai abbassare la guardia e verificare ogni informazione “anomala” proveniente in particolare dai social network.