A mio modo di vedere esistono due tipi di Curriculum: il Curriculum per cercare un nuovo impiego, e quello per consolidare una posizione.
Mi spiego meglio. Quando si ha intenzione di migliorare la propria occupazione professionale, oppure quando si cerca un lavoro, è bene disporre di un documento che parli di noi, di ciò che abbiamo fatto in passato, dei nostri studi e dell’esperienza maturata. Un riassunto neppure troppo sintetico delle nostre capacità. Questo documento deve poter descrivere, ad una terza persona, chi siamo, le nostre potenzialità, quanto bene potremmo inserirci nel nuovo contesto lavorativo.
Normalmente quando si parla di Curriculum si intende un qualcosa del genere.
Esiste però anche un’altra esigenza per cui è necessario realizzare un Curriculum, quando dobbiamo comprovare sostanzialmente le stesse cose ma per consolidare una posizione di carriera.
Ognuno, nel proprio Curriculum, scrive ciò che vuole. Ma questa “libertà”, in certi contesti lavorativi, diviene difficile da gestire. Perché magari abbiamo fatto cose di cui andiamo orgogliosi ma, l’evidenziarle, potrebbe scatenare o acuire l’irritazione, l’invidia, il risentimento, l’ira di qualcun altro.
Quando ci si trova avanti ad una valutazione del genere, è difficile fare la scelta giusta. Perché da un lato sminuire se stessi significa farci del male da soli, dall’altro il rischio è di dover affrontare un conflitto con i narcisisti di turno, coloro che devono primeggiare ad ogni costo, anche se sprovvisti della stoffa necessaria.
Non dobbiamo pensare che queste situazioni si creino solo in contesti elevati, tra manager o dirigenti apicali. Queste situazioni sono possibili ad ogni livello della gerarchia lavorativa. Sia nella pubblica amministrazione, sia nel privato.
Come agire?
Per me una persona che ha la possibilità di indicare nel proprio Curriculum descrizioni importanti, non deve rinunciare assolutamente ad evidenziarle. Senza tralasciare nulla.
E non vale nemmeno una delle raccomandazioni tanto diffuse, ovvero quella che il potenziale esaminatore si aspetta di leggere al massimo due paginette. Una persona con venti anni o più di lavoro alle spalle, cosa ci scrive in due paginette?
Scrivere tutto. Questo dev’essere l’imperativo. Tanto l’invidioso cercherà di screditarci comunque. Tanto vale rendergli la vita più difficile possibile. E se il nostro Curriculum è migliore persino del nostro superiore gerarchico? Io scriverei tutto ciò che può qualificarmi lo stesso, senza enfatizzare, con equilibrio, altrimenti finiamo per realizzare non il nostro sogno, ma quello di altri.
Un altro suggerimento che mi sento di poter dare è quello di orientare il Curriculum in direzione delle persone che potranno leggerlo. E’ il nostro biglietto da visita. Se siamo creativi, la nostra esposizione deve poterlo evidenziare; se abbiamo competenze organizzative o parliamo sei lingue, chi legge se ne deve accorgere.