L’idea di scrivere questo Post è arrivata grazie ad un articolo sui media riguardante un rappresentante delle forze dell’ordine, di un Paese appartenente alla comunità europea.
La vicenda narra di un funzionario che evidenzia ai propri superiori delle anomalie. Dal centro di elaborazione dati risulta che, delle partiche che vengono istruite, solo una parte arriva a naturale chiusura, molte altre inspiegabilmente spariscono.
Quello che succede dopo è emblematico; anziché premiare la sua onestà, l’amministrazione gli preclude la possibilità di accedere, tramite computer, all’archivio centralizzato. Il problema non sono le pratiche svanite, la disparità di trattamento dei cittadini, la possibile corruzione. Il problema è lui.
A questo punto le cronache parlano di una vera campagna di insinuazioni montata contro di lui per screditare le denunce sulla corruzione presente nel suo ambiente di lavoro.
Noi, questa attività, la chiamiamo con una espressione figurata “macchina del fango”.
Nessuno ha mai visto una macchina del fango, ma il termine rende bene l’idea.
Così, mentre da un lato sei convinto di aver fatto esattamente il tuo dovere per un mondo migliore, ti ritrovi aggredito dalla stessa struttura gerarchica che, al contrario, non solo è tenuta ai tuoi stessi doveri nei confronti della collettività, ma dovrebbe anche difenderti.
Quello che stupisce, in realtà, è un’altra cosa. Come è possibile che queste strategie subdole vengano attuate, identiche, in Paesi diversi, con culture diverse, ordinamenti diversi? E’ come se esistesse un circolo delle bocce con collegamenti in svariati luoghi del Mondo, che sappia istruire le figure di potere su come reagire per nascondere la corruzione, il disfacimento delle democrazie, la rovina delle comunità sociali, l’arretramento culturale.
Perché organizzare una campagna di insinuazioni montata contro un funzionario onesto della pubblica amministrazione, per screditare le sue denunce sulla corruzione, sulla spartizione del potere, sulle violenze psichiche e morali, non è una cosa semplice da fare ma, soprattutto, non è una cosa che può essere organizzata da una singola persona.
Come risulta evidente, ancora una volta la violenza è nella comunicazione.