Guerra Psicologica: Disorientare il nemico per attaccare il suo punto di forza

sabato 14 settembre 2013

Disorientare il nemico per attaccare il suo punto di forza

“… Dove sei Rambo? Dacci la tua posizione che ti veniamo a prendere!"

“Murdock ... Sono io che vengo a prenderti!”

(Dialogo tratto dal film Rambo II - La vendetta, del 1985)

Menone di Tessaglia

"Come la gente onesta è orgogliosa della propria pietà, della sincerità e della giustizia, così Menone si vantava della sua disonestà e doppiezza, di quanto era bravo a farsi beffe degli amici. Era convinto che le persone oneste fossero solo degli imbecilli. Se qualcuno era tenuto in gran considerazione e onorato da amicizia cercava di prenderne il posto diffondendo calunnie sul suo conto.

Per guadagnarsi la sottomissione dei soldati non esitava a farsi complice delle loro malefatte, voleva dimostrare di essere degno di onore e considerazione mostrando di che cosa era capace se voleva fare del male".

Senofonte, Anabasi, II 6,26-27 (versione di Valerio Massimo Manfredi - Oscar Mondadori - Arnoldo Mondadori Editore Spa, Milano)

Ettore, ch'era il più forte ...

"E dicendo così, tese al figlio le braccia Ettore illustre: ma indietro il bambino sul petto della balia bella cintura si piegò con un grido, atterrito all'aspetto del padre, spaventato dal bronzo e dal cimiero chiomato, che vedeva ondeggiare terribile in cima all'elmo.

Sorrise il caro padre, e la nobile madre, e subito Ettore illustre si tolse l'elmo di testa, e lo posò scintillante per terra ...".

Omero, Iliade, VI, 466-473 (versione di Rosa Calzecchi Onesti, Giulio Einaudi Editore Spa, Torino)

Personalmente sono convinto che Omero era una donna. Solo una donna avrebbe potuto narrare una guerra con tanta bellezza ed umana sensibilità. Noi uomini ci saremmo soffermati a descrivere la robustezza tecnologica delle armi.

In ogni caso questo passo dell'Iliade deve ricordare che vi sono persone estranee allo scontro in ogni contesa armata. E' importante non dimenticarlo.

Riccardo duca di Gloucester

“Ebbene, io, in questo effeminato e sufolévole tempo di pace, non ho altra distrazione che m’aiuti a passare il tempo, se non quella che consiste nel riguardare l’ombra mia nel sole e ricercar le variazioni della mia deformità. E così, dal momento che non riuscirei davvero a far l’innamorato e intrattenere questi bei giorni dalla voce soave, ho deciso d’assumere, per contro, la parte del cattivo, e di portare ogni sorta d’invido odio agli oziosi piaceri di questo tempo. Ed ho tramato complotti d’ogni sorta, e pericolose premeditazioni, e col mezzo di profezie da ubriaco, di calunnie e di sogni, son risoluto a metter l’un contro l’altro, divorati da un odio mortale, …”.

William Shakespeare, Riccardo III, Atto I, Scena prima (traduzione Gabriele Baldini - Superbur Classici - RCS Libri Spa, Milano)

Un modello nuovo

"Non si cambiano le cose combattendo la realtà esistente.

Per cambiare qualcosa bisogna costruire un modello nuovo che renda la realtà obsoleta".

Richard Buckminster Fuller

"Deve essere ricordato che nulla è più difficile da pianificare, più dubbio a succedere o più pericoloso da gestire che la creazione di un nuovo modello.

Per colui che lo propone ciò produce l’inimicizia di coloro i quali hanno profitto a preservare l’antico e soltanto tiepidi sostenitori in coloro che sarebbero avvantaggiati dal nuovo".

Niccolò Machiavelli