In tema di violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, l’iniziale tentativo di condizionamento ha la seguente tipica struttura:
- l’acquisizione del controllo sul tempo proprio della vittima, in particolare sul tempo dedicato all’acclimatazione relazionale con i colleghi ed all’adeguamento all’ambiente fisico;
- la rielaborazione arbitraria di premi, punizioni ed esperienze professionali per provocare i comportamenti e gli atteggiamenti voluti;
- la rielaborazione arbitraria di premi, punizioni ed esperienze professionali al fine di sopprimere precedenti comportamenti ed atteggiamenti;
- l’attuazione di iniziative in grado di generare un senso di impotenza, inadeguatezza, paura e dipendenza, iniziative intraprese mentre, allo stesso tempo, viene fornito alla vittima un diverso modello comportamentale di riferimento;
- l’utilizzo di eventi a forte impatto emotivo per manipolare l’immagine sociale e l’autostima della vittima ed opportunamente indirizzarne l’esperienza;
- la realizzazione di un sistema gerarchico fortemente controllato e centralizzato, con un sistema logico ristretto in cui, quando la vittima del condizionamento dissente, viene fatta sentire come se le sue esitazioni indicassero che esiste qualcosa di intrinsecamente inidoneo in lei, nella sua psiche, nel suo modo di agire;
- il mantenere la vittima in una condizione di inconsapevolezza sul fatto che esiste una strategia dissimulata operante sul comportamento, sul pensiero, sulle emozioni e sulle informazioni accessibili, strategia tesa a controllarla nonché a modificare ed indirizzare il suo agire.