domenica 3 maggio 2015

L’accusa tipica: Hai un carattere rigido! - Prima parte




Quando si è vittime della guerra perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, ci si sente tipicamente accusare di avere un carattere rigido.


Ovviamente lo psicopatico non ha nemmeno idea di cosa si intenda per “carattere rigido”, ma la sua accusa serve ad incolpare la vittima per distogliere da se l’attenzione e per giustificare implicitamente ogni sua iniziativa. E’ esattamente la stessa accusa tipica che gli stupratori usano per giustificare la violenza esercitata: E’ stata lei a provocare – Era consenziente.

Ma chi ha realmente un carattere rigido?
Facciamo alcune ipotesi di lavoro.

Non tutte le attività professionali sono uguali. Ci sono lavori in cui la componente di creatività è estremamente ampia. Immaginiamo un artista, un regista di teatro, un poeta, una scrittrice, una persona che si occupa di addobbi floreali, un cuoco, un architetto; è intuitivo considerare le loro professioni esercitabili con una importante quota di libertà di iniziativa, di libertà di espressione, di inventiva.

E’ bene fare subito una distinzione: per quanto posso immaginare non esiste una professione totalmente priva di vincoli, di regole che devono essere necessariamente rispettate.

Se sei un artista devi considerare comunque che il marmo che scolpisci non è un materiale ideale; ha delle caratteristiche di resistenza che impongono delle regole, altrimenti l’opera va in frantumi. Un regista di teatro deve comunque rispettare delle regole di comunicazione, deve rispettare il testo dell’autore, deve rispettare i tempi, deve saper organizzare la rappresentazione. Il cuoco può creare tutti i piatti che la sua fantasia gli suggerisce, ma deve comunque disporre di cibi freschi o correttamente conservati, altrimenti l’alimento potrà anche avere un buon sapore, ma rischierebbe di essere nocivo. L’architetto può organizzare lo spazio come vuole, ma non può ignorare le leggi della fisica.

Poi ci sono lavori che, per forza di cose, impongono una professionalità che si esprime in gran parte con la precisione, la fermezza, la decisione nel prendere iniziative, la severità.

Se sei giudice di gara, non puoi applicare le regole condivise con due pesi e due misure, perché non metteresti i concorrenti nelle medesime condizioni. Allo stesso modo se sei un giudice in tribunale devi applicare la legge in modo uguale per tutti. Se sei pilota d’aereo non puoi ignorare le frasi codificate e le procedure rigide che vigono in tutti gli aeroporti del mondo; l’incidente di Tenerife ha dimostrato quanto è importante per la sicurezza una frase pronunciata in un modo leggermente diverso da quello atteso. E la stessa cosa vale anche per una quantità straordinariamente grande di professioni, ad esempio per chi svolge una professione sanitaria, per chi insegna matematica, per le forze dell’ordine, per chi fa ricerca ad alto livello oppure chi impiega esplosivi.

Se per un artista, o un architetto, la flessibilità di pensiero è una qualità a cui ricorrere, la stessa caratteristica potrebbe essere di nessuna utilità per chi deve seguire una procedura codificata. Per cui certi comportamenti inflessibili non sono necessariamente negativi, anzi, talvolta sono proprio una caratteristica positiva. Ci mancherebbe altro che mi venga contestata una contravvenzione per una violazione che, ad altri, viene tralasciata.

Quello che infastidisce il narcisista manipolatore è la fermezza di chi non piega la schiena, di chi rifiuta l’assoggettamento indebito, di chi non si lascia condizionare. E, poiché lui è estremamente flessibile per poter cogliere ogni opportunità a suo vantaggio, non comprende le posizioni di principio.