Nel precedente post abbiamo visto come, se sei una campionessa di pattinaggio artistico, inevitabilmente finisci per divenire estremamente precisa nei tuoi movimenti. Potrebbe non essere una caratteristica innata della persona, ma diviene una necessità per ottenere risultati. E la stessa precisione sei costretta a pretenderla con decisione dall’atleta che pattina sul ghiaccio insieme a te e ti solleva in certe figure.
E’ la funzione, la mansione che lo richiede. Non si capisce come potrebbe essere diversamente. Per cui non è la persona ad essere realmente rigida, ma è il ruolo che lo impone.
Facciamo altri esempi. Prendiamo in esame un carattere particolarmente deciso, inflessibile, orgoglioso, che non si lascia influenzare, che non cede alle lusinghe perché ha dei valori.
Anche qui è necessario fare delle precisazioni. Ci sono individui che costruiscono intorno a loro una sorta di barriera; fanno sapere a tutti che la loro decisione, giusta o sbagliata che sia, resterà inamovibile. Poi ci sono persone che sono anche disposte a cambiare le loro convinzioni profonde, ma prima attendono la dimostrazione di questa nuova tesi. Entrambi, ad un’analisi superficiale, appaiono rigidi, irremovibili, determinati, ma il primo ha costruito la propria rigidità per difendere una struttura di personalità fondamentalmente fragile, se non masochista. Il secondo, al contrario, difende le proprie idee, i propri valori, perché li ritiene profondamente giusti per lui e per il resto della comunità sociale.
Il primo non può cedere, perché crollerebbe insieme all’impalcatura che ha realizzato e finirebbe per accettare una indecorosa sottomissione, la perdita di una libertà solo immaginata. Il secondo si rifiuta di cedere, perché un combattente non si arrende alla prima difficoltà e non rinuncia alla sua vera libertà.
Entrambi hanno un comportamento fortemente controllato. In buona parte per non offrire la giugulare agli approfittatori.
Perché rappresentano un problema per la personalità psicopatica?
Perché lo psicopatico manipolatore non ammette di poter fallire nelle sue iniziative. Quindi, quando ottiene un rifiuto, un abbandono, un allontanamento, egli subisce una ferita narcisistica che lo spinge a provare un odio profondo nei confronti dell’altro. Per lo psicopatico perverso non è accettabile che esista un modo diverso di vedere la realtà; tutto deve ruotare intorno a lui, non sono ammesse alternative o perdite di potere.
Oltre a ciò, lo psicopatico non arriva a comprendere le differenze tra queste due personalità. Per lui, chi non accetta la sottomissione indebita, è uno che si contrappone e basta. Un incapace. Uno che non sa fare i propri interessi, che non sa cogliere l’occasione per la scalata sociale. Un perdente. E lo classifica rigido, perché non prende nemmeno in considerazione la possibilità che sia lui la banderuola, quello che si orienta a secondo di come tira il vento.