Il mio è solo un sospetto. Non ho la possibilità di dimostrare questa tesi. Ma sono fermamente convinto che esiste una condizione mentale nella quale, pur con i nostri limiti umani, riusciamo a rendere al meglio delle nostre possibilità.
E’ la condizione che sperimentano i Musicisti quando compongono un brano musicale. E’ la condizione che sperimentano i Poeti, i Pittori, e coloro che, con la loro immaginazione, fantasticano su un’innovazione, su una diversa organizzazione dello spazio.
In un film molto conosciuto, basato su una vicenda realmente accaduta, c’è la scena di un padre che si addormenta e sogna qualcosa che si rivelerà la soluzione ad un problema che la sua mente razionale non riusciva a definire così chiaramente. L’idea non gli è arrivata dall’esterno, è stata la sua stessa mente a produrla, e così riuscirà a trovare un alimento in grado di migliorare le condizioni di salute di suo figlio. Anche un Musicista raccontò di aver sognato una sinfonia meravigliosa che riuscì a riprodurre, solo in parte, al suo risveglio.
Negli anni ’60 del secolo scorso, alcuni gruppi musicali che si cimentavano con le chitarre elettriche, impiegarono tipo dieci giorni per realizzare abbastanza brani musicali per pubblicare una nuova raccolta.
Questo stato mentale, questa aumentata percezione, assorbe completamente l’individuo che finisce per perdere la cognizione del tempo.
Nella biografia di Michelangelo Buonarroti vi è il racconto di come, l’Artista, durante la realizzazione degli affreschi alla volta della Cappella Sistina a Roma, lavorò praticamente di getto, in sostanziale solitudine, spesso addormentandosi sugli impalcati per lo sfinimento. Una volta cadde durante il sonno, rompendosi una gamba; dovettero entrare dalla finestra del suo alloggio per curarlo, perché si era chiuso dentro e non voleva vedere nessuno. E’ necessario ricordare poi che, Michelangelo, non considerava se stesso un Pittore, ma si definiva Scultore, eppure realizzò un’opera straordinaria.
Secondo quanto io stesso ho sperimentato, una accresciuta percezione delle proprie capacità non è necessariamente legata a qualcosa di grandioso. Ne siamo venuti a conoscenza perché delle grandi opere si descrivono e divulgano anche gli aspetti ritenuti minori, ma può accadere a tutti.
Può capitare durante un esame. Ci chiedono di risolvere un problema o di trattare un argomento che conosciamo bene perché ci appassiona, ed andiamo a ruota libera perdendo la cognizione del tempo e di tutto ciò che ci circonda. Può capitare mentre stiamo realizzando un’attività sportiva, e realizziamo l’impresa di cui, noi stessi, non ci saremmo mai ritenuti realmente capaci. Può capitare mentre svolgiamo il nostro lavoro, ed in ogni altra occasione che possiamo immaginare.
C’è un episodio che potrebbe essere associato a questo stato mentale che, a me, piace ricordare. Nel mese di Aprile del 1982, vi fu un evento tragico in una cittadina umbra. Durante una mostra sull’Antiquariato organizzata all’interno di un edificio, si sviluppò un incendio. Decine di persone rimasero intrappolate nei piani alti della struttura. Le finestre al piano terra avevano inferriate impossibili da forzare e le uscite di sicurezza erano bloccate. Per strada, poco distante, c’era uno di quei camioncini che vendono la frutta e la verdura alle persone che passano; una di quelle attività che ancora oggi è possibile vedere, persone che magari provengono da un’altra regione e vendono direttamente ciò che hanno coltivato. Il commerciante vide che vi erano persone affacciate alle finestre alte del palazzo impossibilitate a saltare per la notevole altezza e vide il fumo. Con una prontezza indescrivibile a parole, accostò il camioncino all’edificio ed iniziò ad urlare alle famiglie che abitavano nella via, di gettare i materassi dei propri letti dalle finestre. Alcune famiglie, pensarono bene di gettare anche i cuscini dei divani, avrebbero potuto essere comunque utili. Lui raccolse quei materassi, quelle coperte, quei cuscini, e li posizionò sul pianale del suo automezzo.
Nell’edificio ove si stava rapidamente propagando l’incendio, vi erano circa 130 ÷ 150 persone. Iniziarono a saltare da una finestra sul pianale di carico del camioncino, e così in molti si salvarono.
Una persona totalmente priva di cognizioni di sicurezza, di come intervenire in emergenza, quel giorno realizzò un capolavoro.
Esiste realmente la condizione in cui si manifesta una accresciuta percezione delle proprie capacità? Non lo posso dire con certezza. A me piace pensare di si.
Ogni volta che mi capita di ripensare a ciò che ha realizzato quel venditore ambulante di frutta e verdura, mi cadono le lacrime.