domenica 31 agosto 2014

Il coraggio e la solitudine sono gemelli



Da circa venti mesi frequento alcuni Social Network. E’ un’esperienza per me gratificante. Io sono convinto che la rete informatica che pervade il globo sia solo un nuovo strumento di comunicazione; uno strumento accessibile in questi anni per la prima volta dall’umanità.

Quando è stato inventato il Telegrafo, oppure il Telefono, le persone hanno avuto la possibilità di comunicare anche a grandi distanze. Prima non era mai stato possibile. Ai tempi dell’Impero romano si potevano mandare informazioni anche a migliaia di chilometri di distanza ma, lo scrivente ed il destinatario, non interagivano direttamente, era necessario un messaggero. Ricordiamo Filippide che corse, secondo la leggenda, da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria in battaglia.

Ma anche con il Telefono, non si poteva certo alzare la cornetta, comporre un numero a caso e cercare un dialogo con uno sconosciuto. Non era quello l’uso. Il Telefono ha permesso alle persone che avevano necessità di trasferire informazioni, di comunicare tra di loro anche a distanze considerevoli. Tutto è cambiato con la diffusione di Internet. Sono nate le “Chat”, ovvero delle stanze virtuali ove si poteva interagire con sconosciuti che erano lì per lo stesso motivo. 

Per la prima volta nella storia dell’umanità un individuo in incognito, poniamo in Alaska, avrebbe avuto la possibilità di descrivere il suo mondo, la sua quotidianità ad una casalinga in incognito in Australia. Sia in una stanza virtuale privata, sia in una stanza virtuale pubblica, con la possibilità data ad altre persone di intervenire. Ora le chat sono in disuso e tale forma di comunicazione si è evoluta nei Social Network.

Tutto questo ha realmente mutato il nostro modo di relazionarci con la comunità sociale. Ora viviamo una sorta di doppia identità: una nel mondo reale ed una nel mondo virtuale.

Tra le tante persone che puoi incontrare tramite Internet ci sono le persone che vivono in solitudine. Non sempre la solitudine è una scelta, a volte viene imposta. La comunità rifiuta una persona e la isola, quasi sempre ingiustamente. Tra le spiegazioni di questo evento ho trovato questa frase che mi è piaciuta molto: “Se hai coraggio, se ti esponi, se lotti per la verità, la giustizia e la dignità, se combatti per i tuoi diritti, allora ti ritroverai solo, abbandonato a te stesso, circondato dal deserto della viltà, dall’utilitarismo e dalla convenienza”.

Non posso sapere con precisione chi l’ha scritta ma si comprende che, più che un monito, è lo sfogo di una sofferenza reale, di una esperienza terribile di vita vissuta.

Coraggio! Non sei il solo a combattere per la verità, la giustizia e la dignità.