mercoledì 17 febbraio 2021

Non sei stupido, ti rendono stupido




Luisa ha vinto un concorso ed è stata assunta a tempo indeterminato in una pubblica amministrazione. Dopo aver lavorato per oltre dieci anni come Assistente al Responsabile dei Lavori in un grande cantiere, ora ha l’opportunità di trasferire la sua enorme esperienza professionale all’interno di una diversa organizzazione lavorativa, strutturata con i criteri tipici delle amministrazioni ove non è il merito che viene apprezzato.

Luisa ha portato a termine in modo brillante il suo percorso formativo universitario, ha quindi tutti i titoli per fare bene il nuovo incarico ma, stranamente, la sera torna a casa con qualcosa dentro che la rende nervosa, anche se non se lo sa spiegare.

Succede questo, nonostante lei sia di gran lunga la più preparata, la più esperta, la più seria e professionale, i suoi colleghi la trattano come una perfetta incapace. Gli incarichi che gli vengono assegnati sono marginali, quasi a volerle impedire di acquisire reputazione, quasi a deviarla su un binario morto. Oltre a ciò, la comunicazione interpersonale cambia quando si rivolgono a lei; le frasi, il tono della voce, la postura del corpo, le espressioni del viso, sono svilenti. È un modo di comunicare dall’alto verso il basso, dall’adulto alla bambina, dalla persona intelligente che si abbassa a spiegare concetti semplici ad un essere umano intellettualmente inferiore.

Luisa percepisce tutto questo come estremamente deleterio, ma resta molto stupita il giorno in cui si rende conto che, un poco alla volta, il suo comportamento cambia, e cambia contro la sua stessa volontà. Di fatto, si sta adattando alla nuova situazione con un tono della voce da persona inadeguata, sottomessa, con le spalle curve, commettendo errori che non aveva mai commesso, rinunciando a valorizzare anzi sminuendo il suo contributo allo svolgimento del lavoro. Lei è perfettamente consapevole delle sue superiori capacità, ma succede qualcosa contro la sua volontà che non riesce a contrastare.

In buona sostanza il gruppo, con la sola comunicazione, ha demolito la volontà di Luisa condizionandola e relegandola in un angolo, solo perché perdesse la sua intelligenza, le sue abilità, e non ostacolasse la carriera ed il credito di persone mediocri.

In Psicologia questa tecnica è studiata da qualche decennio, la chiamano Effetto Golem.

Una volta un Generale dei Marines disse: "Molti credono che i nostri soldati sono tutti ragazzi da un metro e novanta, con grandi capacità fisiche e perfettamente consapevoli di essere ottimamente addestrati. Non è così. Nelle nostre file ci sono anche ragazzi che superano di poco il metro e sessanta ma, ogni Marine, è convinto di essere alto un metro e novanta". In pratica, qualunque persona può arrivare a dare il meglio di sé se viene trattato in modo da favorire queste sue capacità, incoraggiandolo, formandolo, sollecitando questo processo di sviluppo interiore ed apprendimento. Ed è anche vero il contrario. Se prendi una persona estremamente intelligente e capace, e la tratti insistentemente come fosse perfettamente stupida, incoraggiando anche altri a comportarsi allo stesso modo, la vittima subirà un processo di regressione che la porterà a perdere credito, a commettere errori, a non agire più in modo razionale, a temere in modo eccessivo le reazioni avverse altrui.

Cosa può fare Luisa per contrastare questa strategia deleteria? Rafforzare la sua autostima.

Hai delle belle gambe? Valorizzale con una gonna corta. Sai scrivere in modo diretto e penetrante? Commenta ogni tanto un qualche fatto di cronaca o una qualche variazione del legislatore tramite e-mail diffusa alla piccola comunità. Hanno necessità di affidare un incarico che comporterà sicuramente dei risvolti negativi? Rifiutalo illustrando le tue buone ragioni e fai in modo che venga affidato a quello che si crede il migliore di tutti.

Ci vuole una grande forza a reagire a questa forma di condizionamento, ma è estremamente difficile arrivare ad ottenere Giustizia rivolgendosi alla Magistratura oppure ad una qualche Commissione per le pari opportunità. Sono ancora pochi coloro in grado di riconoscere e valutare questa forma di violenza. Purtroppo.