sabato 26 aprile 2014

I Terroristi




I terroristi, nei luoghi di lavoro come in una qualunque comunità sociale, sono coloro che si servono dei mezzi criminosi non per soddisfare un interesse personale, ma per affermare la validità delle proprie convinzioni, e che siano politiche, sociologiche, morali non fa alcuna differenza.


giovedì 24 aprile 2014

Un vecchio modello – La Leadership autoritaria




Nella sala si abbassano lentamente le luci; il film inizia.


Siamo nell’anno 2026. Il telescopio spaziale Hubble II, che nel grande schermo è indicato con la sigla HST-II acronimo di Hubble Space Telescope, ha casualmente individuato un oggetto in orbita intorno Saturno. E’ una struttura fortemente anomala per essere un asteroide oppure una cometa, è di colore nero opaco; lunga circa 645 m ha sezione probabilmente quadrata di 198 x 198 m.

Il tempo viene fatto scorrere in avanti di circa 5 anni. L’inquadratura è puntata ora su una navetta spaziale simile allo Space Shuttle che è arrivata in prossimità del pianeta con gli anelli e sta inquadrando nei visori l’oggetto misterioso. La cosa appare “tecnologica”, non vi sono presenti né luci né strutture trasparenti, è completamente nera opaca ma è troppo simmetrica e ben squadrata per essere di origine naturale. Così vengono lanciati dei piccoli sensori che, due ore dopo, raggiungono la struttura e vi si agganciano. 

I primi dati che trasmettono confermano l’impressione visiva: si tratta di una lega di Titanio ed Alluminio, un involucro esterno avente una temperatura sostanzialmente omogenea misurata intorno ai 195,4 K ma che contiene, probabilmente, un’Astronave aliena. Si intravede un diverso profilo esaminando le spettro di emissione nella regione dell’infrarosso.

Viene immediatamente attivata una procedura di sicurezza che coinvolge l’intelligence. Alcune tra le persone più preparate della comunità sociale in tema di applicazioni tecnologiche, astrofisica, chimica, elettromagnetismo, vengono letteralmente prelevate di peso dalle proprie abitazioni e convocate in una grande sala (Situation Room). Una figura ben vestita informa i convenuti che siamo di fronte ad un cambiamento epocale: per la prima volta è stata scoperta una tecnologia extraterrestre ed il protocollo prevede il recupero della struttura per ricavarne quantomeno importanti progressi tecnologici se non militari.

E’ una situazione iniziale che abbiamo visto in modo ripetitivo in diversi film. Di fronte a qualcosa che non è in grado di analizzare, la figura di potere non solo convoca le persone autorevoli, ma le informa gentilmente degli eventi accaduti, ricerca la collaborazione, prova a creare fin da subito un gruppo affiatato, eterogeneo, con menti aperte, dotate di curiosità scientifica. Li mette a loro agio, fornisce loro le informazioni, le immagini, le misure realizzate, le specifiche dei sensori utilizzati, la strumentazione di cui hanno necessità per approfondire la conoscenza. In altre parole la futura leadership che ci viene mostrata, frantuma il vecchio modello autoritario, ancora oggi ampiamente diffuso, e ne crea uno completamente nuovo basato sulla relazione interpersonale positiva.

Il modello di leadership attualmente più diffuso è quello basato sull’autorità del potere. Il dirigente pubblico, il datore di lavoro, il leader politico o sociale impongono il loro volere, il loro personale modo di intendere l’organizzazione. Non sentono ragioni.

Non viene presa in alcuna considerazione la dimensione emotiva ed individuale dei collaboratori che, anzi, vengono considerati “risorse umane”, ovvero elementi commutabili da classificare secondo un rendimento standard o utilizzare a piacimento, poiché privi di una loro individualità umana. Questo modello è nato nella seconda metà del 1800, era il modello utilizzato dai capitani d’industria perché rispecchiava la loro immagine autoritaria, il loro modo di impartire ordini da una posizione di supremazia.

Il leader che si sta attualmente affermando è la persona che dirige sì grazie alle sue competenze, ma soprattutto impiegando al meglio le qualità relazionali, formando e sostenendo gruppi di persone motivate. Il nuovo leader allontana da se il ruolo legato al potere che gli è stato conferito o che detiene in base alla proprietà, collabora in prima persona alla realizzazione dei progetti, ascolta, coordina, valorizza i propri collaboratori dando loro anche margine per la sperimentazione, quindi all’errore. Crea un’armonia affidando incarichi in base alle capacità professionali. 

Per contro il leader autoritario ed ottuso, non sa né essere collaborativo né riesce ad intravedere gli sviluppi ed il futuro. Tipicamente non accetta nemmeno il dialogo sincero con i propri collaboratori, perché l’unica cosa che gli interessa realmente è il riflesso dell’immagine piacevole di se. I problemi, le difficoltà, gli errori, i ritardi ed i fallimenti vengono minimizzati se non ignorati. A volte la colpa viene scaricata su coloro che non possono difendersi. Ma così ci perde l’intera comunità.

mercoledì 23 aprile 2014

Nelson Mandela



"Non si può trovare passione nel vivere in modo mediocre. 
Non accontentatevi di una vita che è meno di quello che siete capaci di vivere".


Nelson Mandela - Grandissimo Presidente Republic of South Africa

sabato 19 aprile 2014

Primo Disegno di Legge (quando ero in piena guerra)




Il Disegno di Legge seguente è stato da me ideato, scritto ed inviato nel dicembre 2006, per posta elettronica, a sei Deputati della Repubblica ed un Ministro, tutti scelti in base alla loro preparazione in Diritto Penale e senza preferenze politiche.

Nel marzo 2007 ho ricevuto una risposta da un Onorevole contenente il seguente testo:

“Camera dei Deputati – Roma, 13.03.2007. Egr. Sig. …

Ho letto la bozza del Disegno di Legge in materia dei lavoratori dipendenti fattami pervenire dal Sig. Ministro che ha trovato la Sua proposta molto interessante.

Ho sottoposto il documento all’esame dell’Ufficio Legislativo della Camera dei Deputati per un parere tecnico e in presenza di una risposta positiva, il Ministro sarà lieto di presentare il Disegno di Legge.

Sarà mia cura tenerLa informata sui seguiti e nel ringraziarLa per la fattiva collaborazione, Le porgo i miei più cordiali saluti”.

Dopo avermi chiesto il file in formato .doc nel mese di settembre 2007, il Disegno di Legge è stato effettivamente presentato alla Camera dei Deputati in data 11.10.2007, durante la XV Legislatura, con il n. C3142, e poi al Senato della Repubblica in data 09.05.2008, durante la XVI Legislatura, con il n. S453, denominato “Modifica dell'articolo 586 del codice penale e altre disposizioni per la tutela dei lavoratori contro gli atti di violenza psichica nei luoghi di lavoro”.

Qui di seguito è riportato un estratto della proposta originale.



CAMERA DEI DEPUTATI


Proposta di Legge


Provvedimenti finalizzati alla prevenzione delle patologie conseguenti a violenza psichica per motivi di lavoro

Onorevoli Colleghi – Ritengo opportuno presentare questo disegno di Legge …

… mi preme sottoporre alla vostra attenzione una particolare ed oscura forma di violenza la quale, per una molteplicità di ragioni anche legate alla soggettiva cognizione emotiva ed all’esperienza personale, non viene ancora percepita a fondo nella sua gravità né proporzionalmente contrastata. Si tratta della violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni o persecuzioni, psichiche o morali, per motivi di lavoro. Il fatto che si tratti di una forma di violenza è stato confermato dalla recente Sentenza della Suprema Corte di Cassazione, sezione VI penale, n. 31413 del 21.09.2006. Nonostante ciò, per questa tematica, si può verificare la presenza di un’estesa azione di disinformazione, difficile da contrastare perché, evidentemente, strumentale.

1.  La personalità psicopatica perversa - Per poter fornire una rappresentazione omogenea e congruente è prima necessario affrontare la descrizione di alcuni degli elementi meno conosciuti di questa forma di abuso, così come li ho potuti sintetizzare. Tali elementi ricalcano uno schema tipico quando il delitto viene commesso da una personalità che può essere descritta come immersa in un quadro pervasivo di grandiosità, nella fantasia o nel comportamento, e nella necessità di ammirazione.

[…]

7.  Le finalità della presente Legge - L’articolo 1 afferma espressamente il diritto alla dignità nel luogo di lavoro. Nella nuova versione del reato di Abuso d’ufficio, articolo 323 Codice Penale, la condotta materiale sanzionata dal Legislatore è descritta nella disposizione in termini precisi, in quanto risponde del delitto il pubblico ufficiale che abbia tenuto un comportamento in “violazione di norme di Legge o di regolamento”. A seguito della riforma dettata nel 1997, l’elemento centrale del delitto di cui all’articolo 323 Codice Penale, non è più l’utilizzo, apparentemente lecito, della potestà amministrativa, di cui il pubblico funzionario è titolare, per finalità inerenti interessi privati del medesimo funzionario, bensì il mancato rispetto da parte del soggetto qualificato dei vincoli normativi che regolano l’esercizio delle facoltà a lui riconosciute. L’articolo 1 della Legge proposta consente la tutela dell’articolo 323 Codice Penale anche per il danno ingiusto volontariamente provocato con aggressione alla dignità del lavoratore dipendente, appunto per espressa “violazione di norme di Legge”.
L’articolo 2 impone sanzioni proporzionate in caso di lesione all’equilibrio psicofisico del lavoratore. Infatti, con la Legge n. 228 del 11.08.2003 il Legislatore ha modificato l’articolo 600 del Codice Penale ed ha introdotto la “soggezione continuativa” anche in ambito lavorativo; in più con la citata Sentenza della Suprema Corte di Cassazione, sezione VI penale, n. 31413 del 21.09.2006, alla strategia delle sistematiche vessazioni o persecuzioni, è stato riconosciuto applicabile anche il delitto di “Violenza Privata”, articolo 610 del Codice Penale.
Per “lesione psichica” deve intendersi la lesione derivante dalla rottura dell’equilibrio della psiche, oppure uno qualunque degli effetti che si manifestano come conseguenza di un trauma psichico, improvviso o reiterato.

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Disegno di Legge n. ___________


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Articolo 1

1. La Repubblica Italiana riconosce che la dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata in particolar modo nei luoghi di lavoro. Al pari ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica, alla tutela della sua personalità morale e non può essere sottoposto per motivi di lavoro a trattamenti degradanti, mortificanti o umilianti.
2. Tutti i prestatori di lavoro hanno diritto ad eguale rispetto e considerazione della loro persona, ed a non essere ingiustamente discriminati, direttamente o indirettamente. Allo scopo di assicurare una completa parità, il principio di non discriminazione non osta all’adozione o al mantenimento di specifiche misure finalizzate ad evitare o riequilibrare svantaggi tra i lavoratori.
3. La Repubblica Italiana incoraggia e sostiene le iniziative atte a disincentivare comportamenti discriminatori o vessatori protratti nel tempo, tali da determinare degrado, anche contrastando l’insorgenza e la diffusione di fenomeni di molestie morali, persecuzioni e violenze psicologiche ovunque praticate per motivi di lavoro.

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Articolo 2

1. All’articolo n. 586 del Codice Penale che riporta: “Quando da un fatto preveduto come delitto doloso deriva, quale conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona, si applicano le disposizioni dell’articolo 83, ma le pene stabilite negli articoli 589 e 590 sono aumentate”, è aggiunto il seguente comma: “Se, indipendentemente dalla gravità, si ha una lesione psichica come conseguenza non voluta dei delitti indicati all’articolo 600 oppure 610, la pena è della reclusione da uno a tre anni; per fatti protratti per un periodo superiore ai due anni, la pena è della reclusione da tre a cinque anni”.

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lunedì 14 aprile 2014

Hasta Siempre .... Comandante




... sono le nove di sera, sono a Santiago de Cuba, non ho sonno, è l'unica notte a Santiago e sono appena arrivato dopo undici ore di volo. Trovo un locale aperto, ci sono dei ragazzi che suonano, mi avvicino, mi prenderò una birra, forse dopo riesco a dormire.

Mi obbligano ad entrare con una ragazza cubana, dicono che è la regola, poco male, almeno scambio due parole con qualcuno. Il locale è pieno di gente, dev'essere una festa, ci sono turisti in egual misura alla gente del posto. 

La ragazza è molto carina, ha un vestitino di raso, credo, tanto con quel corpo anche con un pezzo di stoffa sarebbe elegante. Mi mostra le unghie laccate nere, lei è mulatta, le unghie nere fanno sembrare la pelle più chiara. E chi l'ha detto che la pelle chiara è più attraente?

Guardo i ragazzi che suonano, caspita se sono bravi. Uno di loro suona un oggetto che, forse, trenta anni prima era una chitarra. Ad un certo punto, sulle note di "Chan Chan" (Buena Vista Social Club) il musicista da una dimostrazione di bravura mai vista, letteralmente incredibile. Si prodiga in un assolo strumentale con la chitarra da lasciare letteralmente senza fiato!

Quella non è una chitarra, cade a pezzi ... come fa ad ottenere quella melodia?

Lui sì che è un musicista.

Si avvicina un uomo: "Se vuoi, con un'offerta, suoniamo per te".

"Grazie, questi sono due dollari, posso vedervi suonare 'Hasta Siempre' di Carlos Puebla?"


Hasta Siempre

Aprendimos a quererte
Desde la histórica altura
Donde el sol de tu bravura
Le puso un cerco a la muerte.

Aquí se queda la clara,
La entrañable transparencia,
De tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Tu mano gloriosa y fuerte
Sobre la historia dispara
Cuando todo Santa Clara
Se despierta para verte.

Aquí se queda la clara,
La entrañable transparencia,
De tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Vienes quemando la brisa
Con soles de primavera
Para plantar la bandera
Con la luz de tu sonrisa.

Aquí se queda la clara,
La entrañable transparencia,
De tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Tu amor revolucionario
Te conduce a nueva empresa
Donde esperan la firmeza
De tu brazo libertario.

Aquí se queda la clara,
La entrañable transparencia,
De tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Seguiremos adelante
Como junto a ti seguimos
Y con Fidel te decimos:
Hasta siempre Comandante.

Aquí se queda la clara,
La entrañable transparencia,
De tu querida presencia
Comandante Che Guevara.
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Della ragazza che era con me ... non mi ricordo nemmeno il nome.



giovedì 10 aprile 2014

Le accuse dei mediocri e la malafede




La malafede è l’agire consapevolmente senza lealtà, senza sincerità, oppure sostenere qualcosa per danneggiare la credibilità o un diritto altrui.

Chi non ha mai dovuto sopportare la malafede di un qualche collega di lavoro? E’ esperienza comune, che abbiamo fatto tutti, nostro enorme malgrado. Chi agisce in malafede, però, è come se firmasse la propria malefatta. E’ una indicazione precisa, difficile da ignorare. Colui che agisce in malafede altera per se stesso la propria percezione, prima ancora che per gli altri. Alterando la realtà per non farla percepire alla comunità, in concreto inganna direttamente la sua stessa persona.

Se un individuo racconta un evento totalmente falso, mai accaduto, l’episodio narrato presuppone implicitamente una verità diversa. Nella malafede accade invece che è la realtà stessa che viene negata, nascosta, stravolta, deformata.

Per meglio illustrare questo concetto possiamo fare un esempio di fantasia.

Paolo lavora presso un laboratorio di analisi dei materiali in una media azienda. Paolo nel suo lavoro è molto preciso, ordinato, attento ai particolari, esegue con molta cura le lavorazioni poiché utilizza anche metalli preziosi per delle applicazioni determinate. Ovviamente il datore di lavoro ha interesse a contenere gli sprechi, per cui talvolta invita Paolo a prestare attenzione alle procedure. Un giorno però accade che Paolo viene accusato da un collega, in presenza di un suo superiore gerarchico, di aver sottratto all’azienda una significativa quantità di oro. L’accusa è totalmente falsa, infondata, per cui la strategia di difesa scelta dal lavoratore è la confutazione diretta: “l’ipotesi non è vera, queste sono le prove!”. La verità è diversa da come è stata presentata.

Chi agisce in malafede non si comporta così ingenuamente, perché agisce in modo da non lasciare la possibilità all’altro di difendersi.

Nella malafede chi aggredisce deforma la realtà senza falsificarla totalmente. Paolo verrebbe accusato di essere troppo ambizioso, di voler operare sempre con l’intento di primeggiare, di mettersi in evidenza, così da appagare un particolare desiderio interiore non propriamente sano. Le capacità professionali che il lavoratore utilizza per operare al meglio delle sue possibilità, divengono difetti.

Non siamo noi che lavoriamo con superficialità, è lui che vuole sempre dimostrare di essere il più bravo!

Quando gli impulsi per denigrare i lavoratori più preparati o coscienziosi partono da un dirigente, in genere le iniziative in malafede sono ancora più violente. Questo perché il dirigente, sovente, si rivolge all’esterno, alla comunità sociale, per esaltare se stesso e denigrare i propri collaboratori. E se ci fate caso, più il lavoratore è preparato, preciso, disponibile, e maggiore saranno le iniziative in malafede che il narcisista intraprenderà per mortificarlo e valorizzare la propria persona. Ed anche in questo caso l’utilizzo della malafede presuppone l’impossibilità della persona aggredita di difendersi.

Spesso la vittima non sospetta nemmeno che sono state attuate a suo danno iniziative comportanti la malafede. Ed essendo già difficile difendersi quando si conosce l’argomento utilizzato nell’aggressione, quando non si sospetta nulla la malafede agisce in modo devastante.


lunedì 7 aprile 2014

Il mare nell'Odissea di Omero



Il mare nell'Odissea di Omero è sempre livido, brumoso ... come il mare delle Isole Lofoten (Norvegia)




"Se ancora qualcuno dei numi vorrà tormentarmi sul livido mare" (Ulisse)

domenica 6 aprile 2014

Le persone coerenti



Una persona coerente, sincera, con dei valori morali importanti, non può che suscitare apprensione se non direttamente paura in un ambiente di lavoro ove regna la corruzione, l’intrigo, l’arrivismo esasperato.


E’ inutile passare le notti in bianco a pensare “Che cosa posso aver fatto di male per meritare tutto questo”; probabilmente non hai fatto proprio nulla, per loro sei un problema solo perché esisti.


sabato 5 aprile 2014

I cani da guardia dello Psicopatico



Ambiente di lavoro di fantasia. Immaginiamo una media industria di apparecchiature elettroniche ed elettromeccaniche. Reparto innovazioni tecnologiche. Ci lavorano venti persone, con varie specializzazioni, diverse esperienze lavorative passate e diversi titoli di studio, ma quasi tutte con una spiccata capacità di rompere gli schemi, fare ricerca in piena autonomia e creare innovazione.

Alan è il dirigente a capo della Divisione tecnologica dell’azienda da cui il Reparto innovazioni tecnologiche dipende. Tanto per cambiare Alan è il solito arrampicatore sociale che è passato da ruolo a ruolo, da industria ad industria, solo grazie alla sua capacità di vendersi bene e raccontare menzogne. E’ uno di quei manager a breve tempo, ovvero che spremono nel breve periodo la struttura in cui devono far figurare risultati, per poi andarsene e lasciare il deserto dietro di loro. Alan non ha né la cultura, né le qualità morali, né la preparazione tecnica per dirigere il Reparto innovazioni tecnologiche. E’ stato messo lì perché ha ingannato il suo designatore.

Da dirigente incapace, Alan ha un problema serio: teme una rivolta dei suoi collaboratori. Egli è consapevole di non essere in grado di gestire la programmazione o di indirizzare le sperimentazioni, ma non vuole perdere il ruolo di prestigio che si è conquistato. Tempo quattro anni e rivenderà ad altro datore di lavoro questa sua acquisita professionalità. Quindi assume un atteggiamento dispotico; i suoi giudizi, le sue valutazioni nascono esclusivamente dal ragionamento: mi conviene o non mi conviene?

L’atteggiamento dispotico è stato studiato nei secoli, infatti il concetto di dispotismo, il vocabolo deriva dal greco despòtes e significa “padrone di casa”, indica un regime sociale e politico autoritario, in cui il detentore del potere ha con i componenti della comunità lo stesso identico rapporto che il padrone ha con gli assoggettati al limite della schiavitù. In pratica un potere assoluto, non regolamentato né rispettoso delle Leggi civili e morali che normalizzano la convivenza dei cittadini. 

Ma tutto questo ad Alan non basta per sentirsi sicuro.
Come fare per blindare tale incarico?

Alan studia le persone che gli ruotano attorno. Alcuni sono delle menti superiori e non sono interessati al denaro ed al prestigio; vogliono solo appagare la loro naturale creatività. Altri sono ragazzi che letteralmente vivono nel laboratorio; persone che parlano per acronimi, specialisti all’avanguardia in una sola cosa quanto incapaci di intrecciare relazioni amichevoli. Altri ancora sono persone precise, ordinate, razionali, dei perfetti esecutori ma nulla più.

L’attenzione di Alan ricade su tre persone: due interne al Reparto innovazioni tecnologiche, un’altra che lavora nel commerciale. La caratteristica che li accomuna? Sono narcisisti, ambiziosi ed eloquenti.

Così Alan ottiene dalla direzione generale dell’Impresa la possibilità di nominare dei coordinatori. Tre per la precisione. Il loro compito? Quello di allontanare dalle responsabilità il dirigente e controllare che nessuno dei collaboratori del reparto arrivi ad acquisire prestigio professionale in autonomia. Evidentemente Alan, valorizzando persone mediocri, immagina che loro stesse creeranno una unione di interessi per il mutuo sostegno ed il mantenimento dello status quo. Tutto questo andrà a beneficio del dirigente che così eleverà il suo status, rifiutando progressivamente il dialogo sincero con chi gli pone dei problemi da risolvere, con chi gli richiede di prendere posizione, di assumere decisioni.

E’ necessario fare molta attenzione a queste figure intermedie. Sovente sono persone consapevoli delle loro incapacità, quindi hanno maturato un rancore ed un risentimento nei confronti del prossimo che può spingerli alla violenza, se non fisica quantomeno psicologica. 

Secondo me il modo migliore per reagire, in tali situazioni, è quello di far credere di non aver capito la trama nascosta e di fare il loro gioco. Quando le persone arroganti si sentono sicure di dominare la situazione e di aver confuso gli animi, commettono errori. Perdono totalmente i freni inibitori e lasciano prove evidenti del loro modo di fare inaccettabile in qualunque comunità.

mercoledì 2 aprile 2014

Le vitamine e lo stress da ufficio


Premetto che di questo argomento è bene parlarne con un Medico preparato prima di prendere una qualunque iniziativa. Quello che fa bene ad una persona, può anche essere nocivo per un'altra.

In generale, quando siamo chiamati a dover forzare la nostra resistenza, fisica o psicologica che sia, il nostro organismo tende ad intaccare le riserve di vitamine che ha accumulato. E' un processo naturale, previsto da madre natura, ma solo se l'incremento richiesto dura per un breve periodo.

Talvolta il nostro ambiente di lavoro diviene talmente ostile che, senza che ce ne accorgiamo, superiamo la soglia dell'affaticamento eccessivo. Molto probabilmente si verifica, contemporaneamente, una carenza nelle riserve vitaminiche, ed il nostro organismo ne soffre. Non sono affatto rare le somatizzazioni tipiche come mal di testa, eritemi della cute, disturbi gastrointestinali, tachicardia, dolori muscolari, disturbi del sonno e dell'attenzione.

Per poter fronteggiare tale carenza si può ricorrere agli integratori vitaminici, in particolare è bene curare l'assunzione della Vitamina C (Acido Ascorbico). Per chi conosce il tedesco l'Università Eberhard Karl di Tubinga in Germania (Eberhard-Karls-Universität Tübingen), mette a disposizione uno studio sugli effetti benefici della Vitamina C nelle persone sottoposte a stress. 
Un suggerimento utile potrebbe essere quello di prendere gli integratori alimentari la mattina presto, a colazione, magari non tutti i giorni ma tre volte a settimana. Sono anche convinto, però che un'alimentazione varia, sana ed equilibrata tipica, ad esempio, degli atleti, è probabilmente in grado da sola di fornire tutti i nutrienti di cui un organismo sotto stress ha necessità. I consigli di una nutrizionista potrebbero bastare.

Più che dieta mediterranea io preferisco chiamarlo regime alimentare equilibrato, ove l'olio di oliva, il formaggio grana, il miele, il cioccolato fondente, la pasta e la pizza non mancano mai. E molta attività fisica.