mercoledì 24 aprile 2013

Il terribile Ivan IV di Russia



Le notizie che sono giunte sino a noi indicano Ivan il Terribile come persona che utilizzava false informazioni per accusare subdolamente i suoi nemici.
Vissuto nel 1500 Ivan IV di Russia, per controllare al meglio il potere che aveva conquistato, si circondò di una schiera di persone fidate per far pervenire all’esterno della sua corte le informazioni a lui più favorevoli. Con questa tecnica, che noi oggi comunemente chiamiamo passaparola, controllava di fatto l’informazione ed accusava i suoi nemici delle peggiori atrocità ed infamie.

Questo comportamento è abbastanza comune in certi moderni manager. Costoro si circondano di persone ambiziose, che non avrebbero opportunità di scalare la gerarchia aziendale in una organizzazione meritocratica ma che, proprio per questo, agiscono pronti a cogliere anche la minima opportunità adattando il proprio comportamento all’occorrenza. Valorizzando persone in grado di sostenerli, questi moderni manager in realtà non fanno gli interessi dell’organizzazione che li paga, ma agiscono per loro stessi, per conquistare e stabilizzare un incarico prestigioso, un ruolo di potere. Le persone ambiziose compiacenti, a loro volta, hanno tutto da guadagnare dalla presenza di manager di questo tipo, perché sono la loro fortuna.

In un simile contesto le persone più capaci, gli idealisti, chi realmente lavora per il bene dell’organizzazione, dell’unità produttiva, finisce per divenire un ostacolo, un intralcio alle ambizioni dei più spregiudicati. Se oggi buona parte delle economie occidentali sono in forte difficoltà, ciò è dovuto a manager avidi di denaro che hanno potuto operare indisturbati, ma alla comunità sociale queste informazioni non arrivano. 


mercoledì 17 aprile 2013

La strana aggressività di certi insegnanti



Premetto che quello che sto per scrivere è esclusivamente una mia convinzione personale. Non ho né la preparazione né l’esperienza per poter fare un'analisi scientifica approfondita sul tema della strana aggressività di certi insegnanti, ma intendo comunque proporre questo argomento all'attenzione di chi frequenta il blog.

A molti di noi è capitato di dover accettare un brutto voto a scuola, ben consapevoli che il nostro compito valeva molto di più. Quando si è ragazzi è difficile ribellarsi ad una palese ingiustizia, perché hai sempre il dubbio che sei tu a sopravvalutare il tuo prodotto, che consideri la tua opera molto di più di ciò che merita. Da studenti non potrebbe essere diversamente. Se sono lì per apprendere, evidentemente chi corregge i miei compiti, necessariamente ne deve sapere più di me.
Se prendere meno di quanto si è coscienti di meritare è una condizione che può essere capitata a tutti di sperimentare, io credo che alcuni ragazzi e ragazze con una determinata personalità hanno ben presto assimilato che, per loro, le palesi ingiustizie sarebbero divenute una costante, e non solo nel mondo della scuola. Mi riferisco alle personalità che definiamo creative.

La personalità creativa ha una forte motivazione interiore che emerge come curiosità, come necessità di mettere ordine, studiare, comprendere e classificare gli oggetti, gli eventi. La personalità creativa a suo modo è autosufficiente, non si pone dei limiti e difficilmente adotta comportamenti formali, convenzionali. Il creativo in se è soggetto indipendente che predilige operare in totale autonomia, poiché così riesce a raggiungere i propri obiettivi, i traguardi che lui stesso si è prefissato. L’autodisciplina e la versatilità sono anch'essi elementi caratteristici di chi possiede una personalità creativa.

Che cosa succede nel mondo della scuola? Che la personalità creativa finisce per mettersi in mostra e, fin da subito, attira su di se l’attenzione esercitando, al contempo, un notevole impatto emotivo sugli altriAppena il gruppo si forma la personalità creativa tende a rimanere dietro le quinte, a non attirare attenzione, perché teme che gli altri la prendano come riferimento per un confronto, finendo per provare risentimento per la ferita narcisistica. Ma con il tempo la sua voglia di fare, di misurarsi con le difficoltà, non passerà inosservata. Ed inevitabilmente finirà per attirarsi le antipatie dei mediocri narcisisti.

Questa però è solo una parte minima della realtà, perché sono personalmente convinto che esista un generale atteggiamento di strumentale ostilità nei confronti delle ragazze e dei ragazzi, finalizzato a demoralizzarli, a tarpargli le ali.

In Finlandia uno studente capace ed impegnato è considerato una risorsa per il Paese. Per cui le strutture che ha a disposizione per apprendere e specializzarsi sono tante e funzionali. Lo stato paga anche le cure dentali.

L’impressione che si ha è che, nella nostra realtà, una studentessa capace, intelligente, volenterosa, è più vista come un problema per la sua naturale propensione ad affermarsi e “prendere riputazione” (Machiavelli). E’ come se esistesse un forte controllo sulle persone che “possono” affermarsi nella comunità sociale ed altre che, al contrario, sebbene oltremodo meritevoli, non devono scalare le gerarchie e raggiungere un ruolo di potere. Non gli è concesso.

Ribadisco che quanto riportato è solo il mio pensiero, ma nessuno me lo leva dalla testa che la realtà non è quella che ci raccontano i mezzi di comunicazione di massa. L’affermarsi per meriti propri non lo posso escludere, ma lo ritengo evento particolarmente raro.