domenica 31 dicembre 2017

Spingere astutamente altri ad agire



Quando siete nella burrasca, pur avendo piena coscienza di poter far fronte alle avversità perché siete dei tipi in gamba e sapete fare bene il vostro lavoro, fate attenzione ad uno stratagemma spesso in uso dai parassiti sociali: fate attenzione a non esporvi perché qualcuno, in modo subdolo, vi sta spingendo ad agire con aggressioni emotive poco evidenti.

Il meccanismo è, più o meno, il seguente. 

In un ambiente lavorativo, ove qualcuno si comporta al limite della legalità, il rischio è di restare coinvolti in una eventuale crisi pur essendo totalmente estranei. Se dovesse accadere, è bene tenere gli occhi aperti e proteggere il proprio ruolo. Poiché i veri autori delle difficoltà faranno di tutto per nascondere le loro responsabilità ed andranno alla ricerca di un capro espiatorio o della figura che possa risolvere la situazione, sempre senza esporsi; chi ha capacità di iniziativa rischia di divenire il bersaglio di aggressioni emotive finalizzate a farlo sentire in colpa per quanto accaduto. In questo modo, i parassiti sociali, spingono la persona preparata ad agire nel loro interesse con due vantaggi: il primo è che, se le cose andranno male, loro non si saranno esposti e potranno mantenere un basso profilo; nel caso la persona preparata ottenga risultati, loro potranno beneficiarne comunque senza rischi.

Quindi, in caso di crisi, valutate bene ogni iniziativa e non cedete mai alle pressioni emotive. Anche se faranno di tutto per farvi sembrare agli occhi di tutti, l’unico responsabile, non sentitevi in dovere di assumere iniziative da eroe; è esattamente quello che vogliono. Per questo le tecniche di manipolazione devono restare nascoste, perché quando eventualmente scoprirete di essere stati spinti ad agire, a prendere rischi enormi solo sulle vostre spalle, non avrete argomenti per dimostrare quanto accaduto.

Questo indipendentemente dal risultato. Perché se anche riuscirete ad ottenere la risoluzione del problema, non vi lasceranno il merito.


domenica 24 dicembre 2017

Sentire delle voci



Non posso parlare per esperienza personale. Non ho mai avuto percezioni di questo tipo che potremmo definire come “un’allucinazione prodotta da una percezione che attiva la nostra corteccia sensoriale in assenza di una corrispondente stimolazione dei recettori periferici”. In altre parole, la mente sente il suono, ma non vi è una corrispondente vibrazione dell’aria che interessi l’apparato uditivo; quindi è la mente stessa a generare l’evento esattamente come se fosse reale.

Vorrei comunque spezzare una lancia a favore delle persone che hanno queste allucinazioni: sentire delle voci non significa essere alla soglia della follia.

Il fenomeno è ancora da studiare perché, della mente umana, non se ne sa ancora abbastanza. Però, al momento, non esiste una correlazione diretta tra questa forma di allucinazione ed una qualche patologia psichiatrica. 

Sarebbe interessante sapere se, le voci, narrano di eventi accaduti, oppure che accadranno; come sarebbe interessante sapere se, dalle voci, è possibile ricavare una personalità definita, concorde o discorde con quella della persona che le ascolta.

Per quanto può sembrare poco significativo, il cervello umano è diviso in due emisferi, notevolmente specializzati nelle loro funzioni.