domenica 19 gennaio 2014

La menzogna nelle persone psicopatiche perverse




Nella maggior parte di noi c’è un limite, una separazione netta tra la verità e la bugia. In condizioni di normalità tendiamo a rappresentare la realtà così come la percepiamo, senza alterazioni volontarie. E’ vero che, talvolta, per brevità, non raccontiamo tutti i particolari, oppure omettiamo aspetti che non ci sembrano importanti, significativi, ma è solo per andare incontro alle esigenze del nostro interlocutore, per non annoiarlo con dettagli inutili, superflui. E’ anche vero che la realtà che tendiamo a descrivere non è esattamente la realtà “vera”, ma quella da noi percepita, oppure quella che ricordiamo. In ogni caso lasciamo agli altri la libertà di trarre loro una morale su quanto accaduto, senza influenzarli. 

Alcuni hanno un modesta propensione a comunicare. Sono persone naturalmente riservate, non parlano, non raccontano eventi, preferiscono tenere per loro stessi anche gli argomenti che potrebbero interessare la famiglia, gli amici, il loro gruppo di lavoro. Per altri l’aspirazione al contatto umano, la voglia di stabilire un legame, il desiderio di conoscenza, costituiscono nel loro insieme una spinta formidabile a relazionarsi con gli altri. La comunicazione in entrambi i casi non è strumento di manipolazione, ma solo il mezzo che consente un rapido e chiaro scambio di informazioni ed emozioni. Perché mentire? Non c’è ragione.

Per quanto in minoranza, vi sono persone che, al contrario, utilizzano sistematicamente la menzogna per manipolare. 

Mentre per una mente sana la falsità è associata comunque ad una qualche forzatura psicologica, per la personalità psicopatica non vi è un confine netto tra verità e menzogna; poiché utilizza la comunicazione per manipolare e non per descrivere la realtà, una tale commistione gli permette di rendere maggiormente penetrante il condizionamento. 

Non sono menzogne inverosimili, non è la pura verità, bensì una comunicazione in grado di amplificare certe convinzioni dell’interlocutore in modo da portarlo a credere veri eventi inesistenti. 

Mentre la persona sincera deve superare un blocco interiore quando deve rappresentare una realtà che sa di essere falsa, perché talvolta mentire è comunque necessario; per la personalità psicopatica perversa non c’è separazione tra verità e finzione, quindi per lei mentire in una comunicazione interpersonale è la cosa più naturale del mondo. E se vengono scoperti hanno la faccia di cercare di convincere l’altro che non hanno mentito, ma è la realtà ad essere stata da loro mal interpretata. Per questo il diffidare è un meccanismo di difesa che non deve essere disinserito, mai e poi mai.