giovedì 16 gennaio 2014

Risorse a costo zero per gli animali meno fortunati



Albert Einstein diceva che un buon scienziato “… deve pensare almeno mezz’ora al giorno il contrario di quello che pensano i suoi colleghi”. 
Ora vi illustro un’applicazione di questo concetto calata nella realtà quotidiana di gran parte di noi.

In base all’articolo 45 del Decreto Legislativo n. 81 del 09.04.2008, le attività produttive presenti nel territorio della Repubblica Italiana devono dotarsi di attrezzature per il primo soccorso. L’obbligo è poi precisato ulteriormente dal Decreto Ministeriale n. 388 del 15.07.2003, che prevede la classificazione delle attività produttive in tre grandi gruppi a seconda di alcuni parametri espressamente indicati.

Normalmente utilizziamo l’espressione “primo soccorso” per indicare quelle attività che permettono di aiutare immediatamente una o più persone in difficoltà nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi qualificati, oppure per piccole medicazioni. Il “pronto soccorso” è, pertanto, quell’insieme di azioni che vengono svolte da personale qualificato ai fini di risolvere una situazione di emergenza o urgenza. 

Per le unità produttive con maggior rischio, la dotazione di primo soccorso (Cassetta di primo soccorso) comprende grossomodo questo elenco di presidi:
  • Guanti sterili monouso 
  • Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1000 ml
  • Flaconi di soluzione fisiologica (sodio cloruro - 0,9%) da 500 ml
  • Compresse di garza sterile 10x10 in buste singole 
  • Compresse di garza sterile 18x40 in buste singole
  • Teli sterili monouso 
  • Pinzette da medicazione sterili monouso
  • Confezione di rete elastica di misura media
  • Confezione di cotone idrofilo
  • Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso
  • Rotoli di cerotto alto 2,5 cm
  • Forbici
  • Lacci emostatici
  • Ghiaccio pronto uso
  • Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari
Per le unità produttive con meno di tre lavoratori, la dotazione di primo soccorso (Pacchetto di medicazione) comprende a grandi linee un elenco di presidi leggermente inferiore alla Cassetta di primo soccorso. 

Questo significa che, all’incirca ogni 30 mesi, è necessario sostituire i presidi in scadenza. Un esempio è il flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio che ha un periodo di validità simile, ma essendo sostanza che non può essere smaltita come normale rifiuto urbano, è necessario riconsegnare il flacone negli appositi contenitori per farmaci scaduti, oppure pagare per lo smaltimento quando si tratta di discrete quantità.

E’ possibile trasformare il problema in opportunità seguendo questo ragionamento.

Se il flacone di iodopovidone al 10% di iodio da 1000 ml lo sostituisco 50 giorni prima della scadenza, io avrò comunque la Cassetta di primo soccorso in ordine, ed il prodotto per la medicazione avrà sostanzialmente svolto il suo ruolo per il tempo previsto. In più, però, avrò la possibilità di donarlo ad esempio ad un Canile municipale, oppure ad una struttura simile per la protezione e la cura degli animali, ove verrà certamente utilizzato come sua destinazione originale. In questo modo quello che sarebbe destinato a rifiuto potenzialmente inquinante e, forse, addirittura costoso, diviene una risorsa se impiegato poco prima della scadenza indicata dal fabbricante. Perché 30 mesi sono 900 giorni e, se sottraiamo 50 giorni, la differenza è veramente minima.

Immaginate una struttura ospedaliera, un centro commerciale oppure un aeroporto con decine di Cassette di primo soccorso e Pacchetti di medicazione che potrebbero essere recuperati solo sostituendoli un po’ prima. Immaginate non solo il minor carico di rifiuti speciali per l’ambiente, ma anche i benefici per chi cura animali con sempre meno risorse.

Basta organizzarsi, perché tutto questo è a costo zero.