lunedì 6 aprile 2015

Un mosaico per dimostrare come funziona il Mobbing



Nell’aula universitaria si abbassano le luci. Il Professore accende in successione il proiettore ed il computer portatile. Dopo una ventina di secondi appare l’immagine proiettata sullo schermo. Oggi lezione sulle macchine in uso nei cantieri e su come migliorare la loro sicurezza.

Nelle slide sono presenti immagini di macchine per lo scavo, il caricamento ed il trasporto di terreno. Il Professore illustra che una “macchina” non è altro che un insieme equipaggiato o destinato ad essere equipaggiato di un sistema di azionamento diverso dalla forza umana o animale diretta, composto di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidamente per un'applicazione ben determinata. 

E così vengono mostrati Escavatori cingolati e ruotati, Pale caricatrici, Perforatrici per pali di grandi dimensioni, Pompe per il conglomerato cementizio, ed altre attrezzature intercambiabili in grado di modificare almeno in parte il funzionamento di una macchina.

Ma oggi l’insegnante ha preparato una sorpresa.

Esiste un software, disponibile in Internet, che permette elaborazioni grafiche spettacolari. E’ possibile prendere come riferimento una immagine di un paesaggio, oppure di una città, di un porto, di una persona, di un evento sportivo, di una qualsivoglia struttura ed, il software, utilizzando un insieme di immagini liberamente scelte, è in grado di realizzare un mosaico le cui tessere riproducono l’immagine di riferimento. In realtà la composizione risultante da un’illusione dell’immagine complessiva, perché ingrandendo si vedono bene le tessere utilizzate. Ma questa ulteriore funzione ha suggerito un’idea al docente: dimostrare agli studenti come è strutturata quella fase definita “reiterazione delle azioni ostili inquadrabili come una forma di terrorismo psicologico (mobbing)” della violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro.

Così, l’ultima slide riproduce una fotografia di una delle donne più belle del mondo: l’attrice americana Michelle Marie Pfeiffer. Solo che, ingrandendo le tessere, si comprende che sono tutte immagini di macchine da cantiere.

Con una sola immagine il Professore dimostra che è possibile realizzare un disegno anche con elementi che nulla hanno a che fare con l’immagine finale che si intende riprodurre. 

Il mobbing funziona spesso così.