Quarta dinamica di potere
Il Potere della Competizione. Nel mondo del lavoro – e ancor
più nei contesti tecnici e ad alta specializzazione – la competizione non è
solo un elemento accessorio: è una forza regolatrice. Si tratta di quel meccanismo
naturale di selezione che nasce dall'incontro tra domanda e offerta, proprio
come avviene nei mercati economici.
In un ambiente professionale chiuso o fortemente
strutturato, il valore del nostro contributo non dipende soltanto dalle
competenze individuali, ma anche dall'impatto che abbiamo sulla crescita
collettiva. Se ciò che facciamo permette ad altri (colleghi, team,
organizzazioni) di migliorare o progredire, allora il nostro ruolo acquista
peso. Al contrario, se il nostro apporto è marginale o facilmente sostituibile,
il confronto con chi ottiene risultati concreti diventa inevitabile – e spesso
penalizzante.
La competizione, quindi, attribuisce valore: quando le
nostre capacità generano interesse, più persone desiderano collaborare con noi,
più progetti ci vengono affidati, e più cresce la nostra influenza. In questo
circolo virtuoso, la visibilità e la reputazione si rafforzano di pari passo
con la competizione che – proprio per questo – non va temuta, ma compresa e, in
certi casi, persino alimentata.
Esercitare il "potere della competizione"
significa anche saper scegliere e farsi scegliere: possiamo far capire, ad
esempio, che stiamo valutando diversi progetti, o che preferiremmo lavorare con
un team o un leader piuttosto che un altro. Allo stesso tempo, però, subiamo
questo potere quando il nostro lavoro passa inosservato perché qualcun altro,
semplicemente, offre risultati migliori o si rende più strategico.
In sintesi, la competizione è una leva potente: sa premiare
chi crea valore e marginalizza chi si limita a eseguire. Saperla gestire è
un'abilità chiave nel mondo del lavoro contemporaneo.
Queste argomentazioni sono riferite al concetto astratto di “potere”
che, in linea di principio, possiamo esercitare o subire. Ma non identificano
un paradigma sempre e comunque valido, anzi. Talvolta negli ambienti di lavoro
le logiche sono diametralmente opposte, perché non viene riconosciuto e
premiato il merito.
Non viviamo in un Mondo giusto. Dobbiamo esserne
consapevoli.