mercoledì 2 maggio 2012

Mantenersi in buona salute




Mantenersi in buona salute, sempre, è la prima regola per un combattente. 

Qualunque sia la tipologia di conflitto la prima regola è universale. Nella tipologia di guerra trattata in questo blog è imperativo mantenere l’equilibrio psicofisico, perché l’aggressione mira a destabilizzarlo. È una guerra subdola, non dichiarata, che prevede, per la totalità dei casi, lo scontro del più debole contro il più forte.

Ci si accorge in ritardo dell’aggressione. Ad un certo punto, quello che sembrava un conflitto temporaneo dovuto a motivazioni marginali, assume ben altro aspetto se analizzato con i criteri appropriati. Senza eventi particolarmente significativi l’aggredito si ritrova in una prigione emotiva, ove le molestie sono ripetute in modo ossessivo ed equivoco, così è costretto continuamente a rimuginare, a dubitare, a cercare una traccia per risalire alla possibile vera motivazione che ha generato il tentativo di ostracismo. La capacità di concentrazione sugli impegni lavorativi svanisce un poco alla volta ed anche portare a termine gli incarichi più semplici diviene oltremodo impegnativo. La trappola emozionale logora progressivamente l’intero organismo, per questo il mantenersi in buona salute è imperativo. 

Trovarsi improvvisamente a dover riconsiderare la realtà perché si è accesa la spia dell’emergenza, è una condizione che porta inevitabilmente ad uno shock non solo emotivo, ma anche fisico. Quando accade diviene importantissima la forza di volontà. Il desiderio di superare quanto è stato realizzato contro di noi deve poter prevalere, perché il subire passivamente è distruttivo. 

Come per chi affronta una parete rocciosa può accadere che in conseguenza di un imprevisto, un improvviso cambiamento delle condizioni atmosferiche, un’attrezzatura difettosa, sia costretto in una condizione di emergenza ove non è più in gioco solo la buona riuscita dell’arrampicata ma la propria stessa esistenza, allo stesso modo la vittima della violenza psicologica deve reagire partendo da un punto fermo: restare in vita ad ogni costo!
Non deve mai venire meno la volontà di sopravvivere, di affrontare le difficoltà con intelligenza, perché senza una tale volontà anche un eventuale aiuto esterno si rivelerebbe inutile. La situazione che può esservi capitata da gestire e risolvere, per quanto complicata, non potrà superare quella che ha dovuto affrontare l’Ing. Eugene “Gene” Kranz, il direttore delle operazioni di volo dell’Apollo 13: evento mai accaduto prima; impossibile qualunque operazione di salvataggio con altri mezzi perché luogo assolutamente irraggiungibile; difficoltà estrema da evento solo in parte conosciuto; tre persone sicuramente in pericolo di vita; enorme pressione psicologica. Eppure Gene Kranz ha riportato sulla Terra quei ragazzi.
Ed una difficoltà paragonabile era già accaduta, ad esempio, a Sir. Ernest Shackleton, la cui spedizione agli inizi del ‘900 per la traversata del Polo Sud si è trasformata in una incredibile operazione di salvataggio. Ernest Shackleton ha organizzato partite di calcio e spettacoli teatrali sul ghiaccio per non far cadere nella disperazione i suoi uomini, e li ha salvati tutti. Ora tocca a noi dimostrare che le capacità di adattamento dell’organismo e di analisi della mente umana sono straordinarie. 

Mantenersi in buona salute significa contrastare la paura, la collera, il desiderio di vendetta, l’ansia. Significa scegliere un’alimentazione adeguata, mantenere una discreta attività fisica, camminare, significa mettersi in discussione ed accettare la necessità di una psicoterapia di sostegno. Dobbiamo partire da un dato di fatto: possiamo contare solo su noi stessi perché nessuno verrà in nostro soccorso e gli amici un poco alla volta ci allontaneranno. E questo non è detto che sia propriamente un male.

Scoperta la trama è necessario decidere la reazione. Qualunque essa sia, il suo compimento sarà condizionato in modo importante dalla forza di volontà profusa. La persona sottoposta a molestie morali potrà organizzare una propria strategia difensiva, oppure scegliere di lasciare il luogo di lavoro, magari con un trasferimento in altra sede, con un cambio di incarico di pari professionalità, perfino rassegnando le dimissioni, Ma deve essere una scelta consapevole, ponderata nei minimi particolari, libera, perché la decisione lotta o fuga sarà una delle più importanti della sua esistenza ed ognuno è libero di autodeterminare la propria.

Prima di decidere la reazione è fondamentale però analizzare la strategia che ci è stata organizzata contro, in modo da poter individuare i suoi confini, elencarne le caratteristiche, riconoscere i suoi punti forti ed i punti deboli, ideare delle contromisure efficaci.