giovedì 21 novembre 2013

I ragazzi al primo impiego



Questo post è dedicato ai ragazzi, coloro che, intorno ai venti anni affrontano le prime esperienze lavorative. 

Il lavoro è soprattutto un mezzo per poter acquisire denaro, ma non solo. Il denaro è necessario per il nostro sostentamento, per poter avere un’esistenza indipendente, per poter appagare anche ambizioni personali, gratificanti, emozionanti come un viaggio, una vacanza, acquistare un’automobile, per poter realizzare una famiglia. Ma il lavoro è anche un modo per esprimere la nostra personalità, per dimostrare che abbiamo la stoffa, che siamo capaci di organizzare, di fare cose utili anche per chi verrà dopo di noi.

Intorno ai venti anni i lavoratori hanno una caratteristica preziosa: la creatività. 

Quando si raggiungono i quaranta anni solo alcuni mantengono la capacità di innovare abbinata all’esperienza. 

Il datore di lavoro che intende assumere personale nella propria unità produttiva deve in primo luogo fare una scelta: un giovane lavoratore/lavoratrice oppure una persona con esperienza. Sono due modi totalmente diversi di investire nel futuro della propria azienda. Se come datore di lavoro ho necessità di personale che dovrò poi formare per fargli svolgere una mansione altamente specializzata, è pacifico che mi rivolgerò ad un giovane; la sua freschezza mentale, la sua dinamicità abbinata al desiderio di investire sul suo stesso futuro sono le qualità che sceglierò, perché sono consapevole che l’addestramento sarà compito mio e dei miei collaboratori. Al contrario, se ho necessità di un lavoratore in grado di gestire anche situazioni difficili, dotato di capacità professionali che possono essere il frutto solo di anni di esperienza diretta, al quale devo affidare anche il coordinamento di altre figure professionali, allora sceglierò una persona non più giovanissima e con un nutrito curriculum.

Non ha senso, quindi, richiedere anni di esperienza ai possibili candidati, quando poi ho necessità di personale che necessariamente devo formare per farlo operare con attrezzature che non hanno mai utilizzato, oppure secondo procedure che non si insegnano a scuola.

Quando vi è una marcata illogicità tra l’esperienza che viene richiesta, il curriculum formativo che viene preteso, e l’opportunità lavorativa che viene eventualmente offerta, è bene fare molta attenzione ad un possibile tentativo di manipolazione. In altre parole è necessario non abbassare le difese psicologiche perché qualcuno potrebbe approfittare della poca esperienza per costringerci a fare cose nascondendoci la realtà oggettiva, esponendoci al pericolo o forzando la nostra percezione di rispetto per il prossimo. La fragilità di chi è in cerca di un primo impiego non deve essere un facile appiglio per individui senza scrupoli.

Un altro motivo perché vengono richiesti curriculum esorbitanti è la chiara volontà di far sentire non adeguati gli eventuali candidati. Ti chiedo la perfetta conoscenza di inglese, francese e tedesco, oltre a saper utilizzare tutta una serie di applicazioni informatiche, solo perché quando ti presenterai potrò fare l’espressione delusa e farti accettare una sostanziale dequalificazione rispetto alla tua preparazione, al tuo titolo di studio.

Mio personale parere è che, tranne situazioni mortificanti o pericolose, un lavoro vada comunque accettato quando si è molto giovani. Con quel denaro investo sul mio futuro. E trovare un lavoro, quando si ha già un lavoro, è molto più facile.