domenica 22 novembre 2015

Una presentazione con le slide dice molto di te




Vi sarà certamente capitato di ritrovarvi in una grande sala semibuia, con un relatore che dovrebbe illustrare l’argomento per cui vi siete svegliati alle cinque di mattina ed avete percorso un centinaio di chilometri in auto.

Siete specialisti di una certa materia ed avete ricevuto un invito ad un Convegno. All’inizio avete anche pensato di rinunciare per i troppi impegni accumulati, poi però avete cambiato idea. Tra i tanti titoli pomposi ed i saluti ufficiali delle autorità, spiccava un argomento che ha catturato la vostra attenzione, una di quelle occasioni in grado di far progredire di molto il vostro bagaglio professionale. Così vi siete iscritti, ed ora, dopo aver pazientato per il parcheggio e per le presentazioni a cui non siete interessati, è arrivato il momento tanto atteso. Il relatore inserisce la chiavetta nel computer e, sullo schermo, appare la prima slide.

Finalmente. Non state più nella pelle. Vi siete anche organizzati con un blocco per gli appunti o un registratore audio. 

Ma, dopo una bellissima prima slide di presentazione, iniziate a percepire una sensazione di disagio che, seppur profonda, non siete in grado di spiegare.

Sta accadendo che le immagini del grande schermo riportano solo una serie di righe con un punto posto all’inizio, su uno sfondo uniforme, normalmente bianco e luminosissimo. 

Una struttura tipo: “ • Migliorare la gestione degli stakeholders in un contesto dinamico”.

Questo modo di presentare una Relazione dice molto della personalità del Relatore stesso. Perché citare gli argomenti in questo modo è estremamente noioso. Dopo poco, anche la persona più interessata, finisce per perdere concentrazione. Perché non siamo di fronte ad una vera presentazione di slide, le immagini non sono state elaborate per il pubblico ma sono una sorta di promemoria per chi parla.

Questa tecnica è tipica di chi desidera restare al centro dell’attenzione per appagare il suo narcisismo.

Non ha importanza l’argomento che sta trattando, che probabilmente ha anche copiato da qualche suo collaboratore; non ha importanza quanto riuscirà a trasmettere al pubblico; non ha importanza il progredire delle conoscenze scientifiche o sociali: un tale Relatore partecipa al Convegno solo per il prestigio sociale, per promuovere la sua immagine. E spesso vi capiterà di ritrovarlo anche in altre giornate di approfondimento, con la sua scatola di battute preconfezionate, con la finta aria di chi la sa lunga sul tema trattato. Ma è tutta scena. 

Colui che ha veramente a cuore il poter dimostrare una nuova teoria economica, una soluzione matematica, i risultati di uno studio di epidemiologia, finirà per arricchire le sue slide con diagrammi cartesiani o a torta, utilizzerà colori brillanti, un linguaggio semplice, immediato. Perché le immagini comunicano molto di più delle parole. E, spesso, sono universali. 

Quindi abbondate con la fantasia. Create riquadri, animazioni, prospettive diverse. Qualunque cosa permetta una migliore comprensione del concetto che intendete illustrare può essere sperimentata. 

Per chi ha da poco terminato gli studi e si sta inserendo nel mondo del lavoro consiglio di dedicare molto tempo ad apprendere una efficace tecnica di comunicazione. Perché anche se siete ricercatori universitari ed avete fatto una importante scoperta scientifica, se non siete in grado di comunicarla con efficacia rischiate di veder vanificato l’impegno profuso.

Chi non è interessato a promuovere la propria persona, ma i risultati del proprio lavoro, lo vedi dalla forma della presentazione, perché è come un biglietto da visita, dice al pubblico chi sei.