domenica 29 novembre 2015

Quale Avvocato





Uno dei problemi che una persona aggredita psicologicamente deve affrontare è quello di trovarsi un Avvocato in grado di comprendere cosa realmente stia avvenendo. Ed è cosa tutt’altro che semplice. I motivi sono diversi. In primo luogo gli Avvocati sono abituati a ragionare per fatti, ciò cercano mentalmente di rappresentare l’evento con il suo insieme di caratteristiche. Questo è un approccio sbagliato che, spesso, si associa ad una personalità sistematica, ovvero con la personalità di chi deve toccare gli oggetti, deve vedere il sangue, deve sentire il rumore dello sparo.

Ma la violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, è studiata per non lasciare tracce evidenti. 

Quindi, in genere, fin da subito, si crea una situazione di incomunicabilità tra il legale ed il suo potenziale cliente. E non è questione di Diritto, perché esiste una solida giurisprudenza in tema di violenza psicologica e di lesioni psichiche. E’ più una questione legata ad abitudine a trattare eventi di altro tipo, impreparazione, paura di dover andare incontro ad una brutta figura ed a perdere il prestigio professionale.

Questa situazione, purtroppo, pregiudica in grande misura la possibilità di ottenere giustizia tramite azione legale. Ma non è nemmeno la situazione peggiore. In realtà, il problema più grande che la vittima di violenza deve affrontare, è che le sistematiche vessazioni sono la tipica strategia aggressiva delle persone di “potere”. Quando scrivo potere intendo non solo i classici colletti bianchi, le figure dirigenziali o politiche, ma anche tutti coloro che possono far ricorso ad una rete di amicizie e compiacenze altolocate. 

Quindi l’Avvocato che ascolta il racconto della persona vessata, finisce per rappresentarsi una guerra con individui in grado di influire sul suo lavoro, sulla sua tranquillità di individuo e professionista. Ed un conto è confrontarsi con un marito pasticcere psicopatico, geloso, ossessivo, in grado di esercitare un ipercontrollo sulla compagna, un conto è dare battaglia all’uomo di potere, al politico, all’alto funzionario. 

Al momento non ho una soluzione da suggerire. E’ anche vero che, quanto appena descritto, non è una regola, perché esistono Avvocati coraggiosi e bravissimi. Ma sono rari.

Le uniche cose che posso indicare sono: che un giovane neolaureato potrebbe trovare più facilmente una significativa clientela specializzandosi su queste tematiche in ambito penale; che non è una soluzione cercare di forzare la situazione e spingere un legale ad affrontare una tutela in un contesto che non conosce in modo approfondito.

Finirebbe per non credervi o vi abbandonerà alla prima seria difficoltà.