giovedì 27 novembre 2014

A volte … tutta la vita si riduce ad un unico, folle gesto



"A volte … tutta la vita si riduce ad un unico, folle gesto" - dal film Avatar

Avatar è un film di fantascienza del 2009 scritto e diretto da James Cameron, con Sam Worthington nel personaggio di Jake Sully.

Ad un certo punto della proiezione Jake si ritrova in una posizione particolarmente debole: ha rigettato l’assoggettamento alle condizioni del suo gruppo ed è contemporaneamente rifiutato dall’altro. In altre parole è solo. Questa condizione è difficile da affrontare, particolarmente difficile, ed è caratterizzata dal fatto che è impossibile rimanere in equilibrio. Gli esseri umani sono delle macchine meravigliose che si possono adattare a tantissime situazioni, ma hanno comunque dei limiti.

Per chi conosce la violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, questa condizione di isolamento è la normalità. 

Chi denuncia la corruzione, ovviamente, si espone immediatamente alla ritorsione dei corrotti, ma le persone oneste non lo sosterranno. Chi rifiuta di piegare la schiena al prepotente di turno, che vuole solo fare carriera anche se questo dovesse significare la distruzione dell’attività produttiva o commerciale, si espone immediatamente alla ritorsione ma non troverà appoggio o solidarietà dalle persone moralmente integre. Come Jake, la realtà sarà l’isolamento. Nessuno crederà che ti sei battuto per la libertà. Nessuno crederà che hai agito per il bene dell’intera collettività.

Ma, se sei un uomo, tutto questo avrà solo un peso marginale.

Purtroppo, a volte, la condizione di emarginazione sociale, di isolamento sistematico, porta la vittima della violenza ad autodistruggersi. Ma è sbagliato. Il folle gesto non deve essere distruttivo, piuttosto deve rompere gli schemi, deve dare nuovo vigore, deve spingerci a vedere le cose da un punto di vista diverso, meno emotivo e più razionale. 

Se il copione che viviamo ogni giorno ci ha portato progressivamente al ritiro sociale, ad abbandonare le nostre passioni, a non prenderci più cura della nostra salute, è ora di darci un taglio netto. Il folle gesto è riferito a non ripercorrere per l’ennesima volta lo stesso iter negativo. Per questo “folle”, perché abbandoniamo la strada percorsa tante volte e che, pur sembrando quella più affine a noi, non ci ha portato a nulla.

Nel film il folle gesto ha una forte componente di disperazione; Jake non ha più nulla da perdere. Spesso nella realtà ci sentiamo nella sua stessa condizione ma, il più delle volte, non è vero. E’ il condizionamento che subiamo che ingigantisce le nostre paure, che ci paralizza, che ci fa credere che non possiamo più andare avanti, che siamo sbagliati e che non valiamo nulla. E’ questo angolo mentale che dobbiamo allontanare. Il campo di battaglia del nemico è la nostra mente, non dobbiamo lasciarlo a lui, dobbiamo reagire e riconquistarlo.