venerdì 20 dicembre 2013

Economia di Guerra



Economia di guerra significa adeguare il sistema economico di un Paese alle necessità della guerra. 

La decisione fondamentale che dobbiamo prendere in una condizione ove stanno esercitando contro di noi quella violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, è se lottare o fuggire. E’ una decisione drammatica, sotto tutti i punti di vista, per cui va presa dopo aver attentamente ponderato tutte le opzioni; è una decisione che potrebbe condizionare il resto della nostra esistenza.

Analizziamo per il momento solo una delle due opzioni: supponiamo di decidere di affrontare il nemico. 

Quando il Re viene accerchiato da un esercito invasore, si chiude dentro le mura del suo castello, della sua roccaforte, ed organizza la resistenza. A suo vantaggio il Re ha che difende una struttura che conosce bene, che è stata costruita per questo scopo, che ospita acqua potabile da una sorgente naturale, che contiene magazzini per gli alimenti. La vita quotidiana della comunità viene comunque stravolta perché, chiuso il ponte levatoio, i contadini ed i pastori non potranno uscire ed attendere alle loro mansioni nei campi, non potranno raccogliere frutta fresca, grano, legumi, erba per gli animali, perché le priorità sono cambiate. Il Re dovrà organizzare la comunità per difendere il territorio. E poco importa che sia sempre stato contrario all’uso delle armi, poiché in guerra è sufficiente che uno solo dei due leader contrapposti sia aggressivo, l’altro dovrà per forza di cose adeguarsi allo scontro o sottomettersi.

Colui che pone l’assedio al castello ha interesse a conquistare con la forza le ricchezze dell’avversario. Ha lo svantaggio di dover provvedere a sistemare l’esercito in condizioni di fortuna intorno alle mura, a dover realizzare le macchine da guerra per cercare di demolire le difese avversarie, a dover procurare il cibo in un territorio non suo. E’ in una posizione difficile, quella di attacco, e per poterla sostenere le sue risorse devono superare di almeno tre volte quelle di chi si difende.

Che cosa succede se il Re nel castello, dopo un periodo di resistenza più o meno lungo, finisce le provviste? Il Re deve prendere l’iniziativa ed agire. Arrendersi, fuggire, rubare le provviste dell’assediante con una sortita fuori le mura, sono tutte opportunità da valutare. 

Che cosa succede se il Re che ha circondato con i suoi uomini la roccaforte, dopo un periodo di assedio più o meno lungo, finisce le provviste? Il Re deve prendere l’iniziativa ed agire. Ordinare un attacco disperato, oppure abbandonare il campo rinunciando alla conquista.

Cosa hanno in comune i due Re? Entrambi devono fare economia. Devono poter disporre di frecce ed archi in abbondanza, devono poter disporre di uomini in buona salute, devono poter disporre di cibo ed acqua, devono poter disporre di un abbigliamento ed una logistica in grado di confortare i combattenti. Quindi la parola d’ordine diviene “eliminare gli sprechi”. 

Lo stesso atteggiamento è necessario nelle moderne guerre nelle aule di giustizia. Il lavoratore vessato che ha denunciato il proprio aggressore deve considerare le maggiori spese per il Legale, per i Consulenti di parte, le spese mediche, per i bolli, per le telefonate, per le stampe, per le spedizioni, per l’autovettura, per le fotocopie, per le fonoregistrazioni. Quindi è necessario apprendere a gestire la spesa al supermercato, gli acquisti per l’abbigliamento, per le scarpe; perché non sarà più questione di vestirsi bene, in modo piacevole, ma dovremmo scegliere con l’idea di difenderci dal freddo. 

La guerra è guerra.