giovedì 25 settembre 2014

Avere fiducia in se stessi




Rievoco non troppo bene un film che ho visto da ragazzo. Un uomo si risveglia in un parco. E’ seduto su una carrozzina a rotelle ed ha un plaid ripiegato sulle gambe. Si sente debole e ricorda poco di cosa è successo nelle ultime ore ma ricorda che era in guerra, la seconda guerra mondiale.

Ad un certo punto si avvicina un altro uomo, in apparenza un Medico o uno Psicologo. A ben guardare il parco sembra più una casa di cura per malati di mente. Tutto ha una sua logica, una sua armonia. 

Il Medico gli dice che è contento di vederlo e gli chiede se ci sono novità, se la sua memoria è tornata. Poiché la persona seduta sulla sedia a rotelle in quel momento ricorda bene, si insospettisce ma non ha la reale percezione di quanto sta accadendo. Perché si trova lì? Perché non è stato fatto prigioniero e non si trova in un qualche campo di concentramento? 

La storia è basata sull’esercizio dell’inganno. L’esercito nazista ha fatto prigionieri degli Ufficiali americani ma vuole sfruttare la situazione per ottenere informazioni. Siccome anche sotto tortura i prigionieri non parlerebbero, si organizzano con una finta clinica psichiatrica, ove praticamente tutti recitano una parte, infermiere, pazienti, Medici, cuochi, … tutti tranne il militare alleato al quale viene fatto credere che ha perso la memoria. 

La strategia è questa: “… gli facciamo credere che è qui in cura da dieci anni, che la guerra è finita, che ha perso la memoria in un qualche trauma e lo stiamo curando. Così, quando si riprenderà dal sedativo, pensando che sia tutto vero confiderà ai sanitari quanto vogliamo sapere”. 

Non svelerò il finale del film ma intendo evidenziare come l’elemento fondamentale sul quale l’Ufficiale americano può contare è la fiducia in se stesso. Gli viene fornita l’informazione che lui è malato. Tutto intorno a se conferma la tesi. Non è pazzo, ha solo perso la memoria degli eventi passati da molto tempo. Ed ora che l’ha ritrovata non ricorda che è lì da dieci anni a guardare l’erba crescere. 

Ogni essere umano si è trovato nella vita, almeno una volta, in una situazione analoga. Io vedo una possibile via di salvezza e gli atri no. Ho ragione io? Hanno ragione gli altri? Perché io la percepisco diversamente? Cosa devo fare? Cosa è giusto fare? Si stanno realmente prendendo cura di me? Agiscono per invidia? Agiscono per il mio bene? Mi posso fidare? Mi stanno costringendo ad agire in questo modo con l'inganno?

Non c’è una possibile risposta che valga sempre. Ma non dobbiamo mai perdere la fiducia nelle nostre percezioni. Anche quando tutto ci sembra assurdo ed inverosimile, non dobbiamo mai smettere di pensare. Anche quando le aggressioni non sono fisiche e non le possiamo far certificare al pronto soccorso, anche quando sono aggressioni emotive non dobbiamo mai smettere di pensare.

Potrebbe essere solo una finzione ben architettata. Potrebbero solo aver cercato l’inganno.